Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se il compimento delle opere divine vada assegnato al settimo giorno

In 2 Sent., d. 15, q. 3, a. 1

Pare che un tale compimento non vada assegnato al settimo giorno.

Infatti:

1. Tutto ciò che avviene nel tempo rientra nelle opere di Dio.

Ma il « compimento del tempo » avverrà alla fine del mondo, come leggiamo in S. Matteo [ Mt 13,37ss ].

E anche il tempo dell'incarnazione di Cristo è il compimento di un certo periodo, poiché viene chiamato [ Gal 4,4 ] « pienezza del tempo », e Cristo stesso morendo disse [ Gv 19,30 ]: « Tutto è compiuto ».

Quindi il compimento delle opere divine non appartiene al settimo giorno.

2. Chi rifinisce la sua opera, fa certamente qualcosa.

Ma noi non leggiamo che Dio abbia fatto cosa alcuna nel settimo giorno, ché anzi si riposò da ogni opera.

Quindi il compimento delle sue opere non spetta al settimo giorno.

3. Non si può dire ultimata un'opera quando le si fanno delle aggiunte, a meno che non siano superflue: poiché si dice perfetto ciò a cui non manca nulla di quanto deve avere.

Ma molte cose furono fatte dopo il settimo giorno, come la produzione di molti individui e anche di alcune specie nuove, che appaiono spesso, specialmente negli animali originati dalla putrefazione.

Inoltre quotidianamente Dio crea nuove anime.

E anche l'Incarnazione fu un'opera nuova, poiché si dice di essa [ Ger 31,22 ]: « Il Signore crea una cosa nuova sulla terra ».

Nuove sono poi anche le opere miracolose, delle quali sta scritto [ Sir 36,5 ]: « Rinnova i segni e compi altri prodigi ».

E tutto ancora sarà rinnovato nella glorificazione dei santi, secondo quelle parole [ Ap 21,5 ]: « E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose" ».

Non si può dunque attribuire al settimo giorno il compimento finale delle opere di Dio.

In contrario:

Sta scritto [ Gen 2,2 ]: « Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto ».

Dimostrazione:

Ogni cosa ha due perfezioni: la prima si ha quando essa è perfetta nella sua sostanza.

E questa non è altro che la forma di tutto l'essere, che risulta dall'integrità delle parti.

- La seconda perfezione è il compimento o fine.

Ora, il fine può essere l'operazione stessa, come suonare per il suonatore, oppure è un risultato a cui si giunge mediante l'operazione, come per il costruttore è la casa che egli realizza con la sua attività lavorativa.

- Ora, la prima perfezione è causa della seconda, poiché la forma è il principio dell'operazione.

La perfezione ultima dunque, che è il compimento e il fine di tutto l'universo, è la beatitudine perfetta dei Santi, che si avrà alla fine del mondo.

Invece la prima perfezione, che consiste nell'integrità dell'universo, si ebbe nella prima formazione delle cose.

Ed è questa che viene assegnata al settimo giorno.

Analisi delle obiezioni:

1. Come si è detto [ nel corpo ], la prima perfezione è causa della seconda.

Ora, sono due i requisiti per conseguire la beatitudine: la natura e la grazia.

Quindi la perfezione della beatitudine si avrà alla fine del mondo, come si è detto [ ib. ].

Ma questo compimento finale viene preparato, nell'ordine della natura, dalla prima formazione delle creature; e nell'ordine della grazia dall'incarnazione di Cristo, poiché « la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo » [ Gv 1,17 ].

Così dunque si ha il compimento della natura nel giorno settimo, quello della grazia nell'incarnazione di Cristo e quello della gloria alla fine del mondo.

2. Dio fece qualcosa anche nel settimo giorno, non già creando nuovi esseri, ma governando l'universo e muovendo tutte le cose alle loro attività; e ciò appartiene in qualche modo agli inizi della seconda perfezione.

E per tale motivo il compimento delle opere viene assegnato al settimo giorno, secondo la nostra versione.

Ma secondo un'altra versione [ LXX ] è assegnato al sesto.

E regge sia l'una che l'altra lezione.

Quel compimento infatti che consiste nell'integrità di tutte le parti dell'universo appartiene al sesto giorno, mentre quello che riguarda le loro attività appartiene al settimo.

O potremmo anche rispondere che soltanto il moto continuo [ delle cose materiali ] rimane imperfetto prima della quiete, cioè finché il soggetto è in potenza a muoversi ancora, essendo la quiete ciò che dimostra il compimento del moto.

Dio invece poteva fare molte altre creature, oltre a quelle fatte nei sei giorni.

Per cui si dice che terminò la sua opera per il solo fatto che nel settimo giorno cessò dal farne delle altre.

3. Nulla di ciò che è stato in seguito fatto da Dio è totalmente nuovo, poiché aveva un qualche precedente nelle opere dei sei giorni.

Infatti alcuni esseri preesistevano quanto alla loro materia, come la donna, che fu da Dio formata dalla costola di Adamo.

- Altri invece preesistevano nelle opere dei sei giorni non solo materialmente, ma anche virtualmente: come gli individui che sono ora generati avevano una certa preesistenza nei capostipiti della specie.

E anche le nuove specie, se effettivamente ne appaiono, preesistevano allora in certe virtù attive: come anche gli animali originati dalla putrefazione sono prodotti dalla virtù che le stelle e gli elementi ricevettero da principio, anche qualora nascessero nuove specie di tali animali.

Vi sono poi certi animali che vengono prodotti come una specie nuova dall'accoppiamento di esseri tra loro specificamente diversi, p. es. il mulo, che è generato da un asino e da una cavalla: e anche questi ebbero una certa preesistenza causale nell'opera dei sei giorni.

- Altri esseri infine ebbero una preesistenza per via della somiglianza: come le anime che vengono create ora.

E lo stesso si dica dell'opera dell'Incarnazione, poiché, come dice S. Paolo [ Fil 2,7 ], il Figlio di Dio « divenne simile agli uomini ».

Così ancora la gloria: quella spirituale ebbe [ allora ] una prefigurazione negli angeli, mentre quella del corpo l'ebbe nel cielo, specialmente nell'empireo.

- Perciò si legge [ Qo 1,9s ]: « Non c'è nulla di nuovo sotto il sole.

C'è forse qualcosa di cui si possa dire: "Guarda, questa è una novità"?

Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto ».

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