Summa Teologica - I |
In 3 Sent., d. 5, q. 3, a. 2; d. 22, q. 1, a. 1; C. G., II, c. 57; De Unit. Int.; De ente et ess., c. 2; In 7 Metaph., lect. 9
Pare che l'anima non sia altro che l'uomo.
1. Sta scritto [ 2 Cor 4,16 ]: « Se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, l'uomo interiore si rinnova di giorno in giorno ».
Ma ciò che è dentro l'uomo è l'anima.
Quindi l'anima è l'uomo interiore.
2. L'anima umana è una sostanza.
Ma non è una sostanza universale.
Quindi è una sostanza particolare.
Dunque è un'ipostasi o persona, e persona umana.
Quindi l'anima non è altro che l'uomo, poiché la persona umana è l'uomo.
S. Agostino [ De civ. Dei 19,3 ] loda Varrone, il quale pensava che « l'uomo non è né l'anima sola, né il corpo solo, ma l'insieme dell'anima e del corpo ».
Possiamo intendere in due modi l'affermazione: « l'anima è l'uomo ».
Primo, nel senso che l'uomo [ in generale ] sia l'anima; non però questo dato uomo, Socrate p. es., poiché egli è composto di anima e di corpo.
E dico questo perché alcuni ritenevano che la sola forma rientrasse nell'essenza della specie, mentre la materia sarebbe stata una parte dell'individuo, non della specie.
- Ma ciò non può essere vero.
Infatti la natura della specie abbraccia tutto ciò che è contenuto nella definizione.
Ora, negli esseri corporei la definizione non indica solo la forma, ma la forma e la materia insieme.
La materia quindi è un componente della specie negli esseri corporei: non dico la materia [ concreta e ] quanta, che è principio di individuazione, ma la materia in generale.
Poiché come nel concetto di quest'uomo particolare è incluso che egli possiede quest'anima, queste carni e queste ossa, così nel concetto universale di uomo rientra che egli ha un'anima, delle carni e delle ossa.
È infatti necessario che l'essenza della specie abbracci tutto ciò che è comune a tutti gli individui contenuti nella specie.
Secondo, [ la frase suddetta ] può anche essere intesa nel senso che questa anima sia questo uomo.
E una tale interpretazione potrebbe sostenersi se si ammettesse che l'anima sensitiva compie le sue operazioni senza il corpo: poiché in tal caso tutte quelle operazioni che vengono attribuite all'uomo sarebbero esclusivamente dell'anima, dato che ogni cosa si identifica con il soggetto che svolge le operazioni della medesima.
Quindi l'uomo sarà quel soggetto che svolge le operazioni dell'uomo.
Ma noi abbiamo già dimostrato [ a. 3 ] che il sentire non è un'operazione dell'anima soltanto.
Essendo dunque il sentire un'operazione dell'uomo, sebbene non sia la sua operazione propria e specifica, è chiaro che l'uomo non è soltanto anima, ma un insieme che risulta composto di anima e di corpo.
- Platone invece, poiché riteneva che il sentire fosse un'operazione della sola anima, poteva affermare che l'uomo è « un'anima che si serve del corpo ».
1. Come osserva il Filosofo [ Ethic. 9,8 ], ogni cosa pare che si identifichi con il suo elemento principale: per cui si attribuisce alla città ciò che viene fatto dal suo capo.
E in questo senso talora viene chiamato uomo ciò che è principale in lui, e cioè: a volte, con ragione, la parte intellettiva, che viene denominata uomo interiore; a volte invece, secondo l'opinione di chi è immerso nelle realtà sensibili, la parte sensitiva insieme con il corpo.
E questa viene chiamata uomo esteriore.
2. Non ogni sostanza particolare è ipostasi o persona, ma solo quella che possiede la natura completa della specie.
Quindi la mano o il piede non possono dirsi ipostasi o persona.
E così neppure l'anima, che è solo una parte della specie umana.
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