Summa Teologica - I

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Articolo 6 - Se l'anima intellettiva sia unita al corpo mediante disposizioni accidentali

Pare che l'anima intellettiva sia unita al corpo mediante alcune disposizioni accidentali.

Infatti:

1. Ogni forma si trova in una materia propria e disposta per essa.

Ma le disposizioni alla forma sono delle entità accidentali.

Quindi bisogna presupporre nella materia degli accidenti che precedano la forma sostanziale; e così deve essere anche per l'anima, che appunto è una forma sostanziale.

2. Più forme appartenenti a una medesima specie richiedono più porzioni di materia.

Ma non si possono concepire più parti di materia se non in base alla divisione di quantità estese.

Quindi nella materia bisogna concepire le dimensioni prima delle forme sostanziali, essendo queste più di una nella medesima specie.

3. Gli esseri spirituali si applicano a quelli corporei mediante un contatto virtuale.

Ma la virtù dell'anima è costituita dalle sue potenze.

Quindi l'anima dovrà essere unita al corpo mediante le sue potenze, che sono degli accidenti. In contrario: L'accidente è posteriore alla sostanza, « sia in ordine di tempo che di ragione », come insegna Aristotele [ Met. 7,1 ].

Non è quindi possibile concepire una forma accidentale nella materia prima dell'anima, che ne è la forma sostanziale.

Dimostrazione:

Se l'anima si unisse al corpo soltanto come suo motore nulla impedirebbe, anzi sarebbe addirittura necessario, che vi fossero delle disposizioni di collegamento tra l'anima e il corpo: e cioè dalla parte dell'anima una potenza per muovere il corpo, e dalla parte del corpo un'attitudine a subire la mozione dell'anima.

Se invece l'anima intellettiva si unisce al corpo come forma sostanziale, secondo ciò che si è già detto [ a. 1 ], è impossibile che una disposizione accidentale serva di collegamento tra il corpo e l'anima, o tra una qualsiasi forma sostanziale e la propria materia.

E la ragione è che, essendo la materia in potenza a tutti gli atti, ma in un determinato ordine, è necessario che il primo di tali atti sia posto per primo nella materia.

Ora, fra tutti gli atti l'essere ha una priorità assoluta.

Non è quindi possibile concepire una materia calda o estesa prima che esista nella realtà.

Ma l'esistenza attuale essa la riceve dalla forma sostanziale, che dà l'essere in senso assoluto, come si è visto [ a. 4 ].

Quindi non è possibile che nella materia esistano disposizioni accidentali di qualunque sorta prima della forma sostanziale, e per conseguenza neppure prima dell'anima.

Analisi delle obiezioni:

1. La forma più perfetta contiene virtualmente tutto ciò che si trova nelle forme inferiori, come risulta da quanto si è detto [ a. 4 ].

Quindi, pur rimanendo essa unica e identica, attua la materia secondo gradi diversi di perfezione.

Infatti è unica e identica nell'essenza quella forma in forza della quale l'uomo è ente in atto, è corpo, è vivente, è animale ed è uomo.

D'altra parte è noto che ogni genere è accompagnato dai propri accidenti.

Come quindi si concepisce la materia perfetta nell'essere prima di concepirvi la corporeità e gli altri accidenti, così gli accidenti propri dell'ente vengono concepiti prima della corporeità.

E così le disposizioni nella materia vengono concepite come anteriori alla forma non in rapporto a tutti gli effetti della medesima, bensì in rapporto ai gradi ulteriori di perfezione.

2. Le dimensioni quantitative sono accidenti che derivano dalla corporeità, che è un elemento comune a tutta la materia.

Quindi la materia, quando è già concepita come soggetta alla corporeità e alle dimensioni, può essere considerata come distinta in più parti, in modo da poter ricevere più forme in rapporto ai gradi ulteriori di perfezione.

Sebbene infatti sia sostanzialmente identica la forma che conferisce i diversi gradi di perfezione alla materia, come si è detto [ ad 1 ], tuttavia vi si trovano delle differenze di ragione.

3. La sostanza spirituale che si unisce a un corpo soltanto come motore gli si unisce mediante la potenza o la virtù.

Ma l'anima intellettiva è unita al corpo come forma per mezzo del suo essere.

E tuttavia lo regge e lo muove con la sua potenza attiva.

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