Summa Teologica - I

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Articolo 6 - Se le potenze dell'anima emanino dalla sua essenza

In 1 Sent., d. 3, q. 4, a. 2

Pare che le potenze dell'anima non emanino dalla sua essenza.

Infatti:

1. Da un ente unico e semplice non procedono cose diverse.

Ma l'essenza dell'anima è unica e semplice.

Perciò le potenze dell'anima, essendo molte e diverse, non possono procedere dalla sua essenza.

2. Ciò da cui una cosa procede ne è la causa.

Ma l'essenza dell'anima non può dirsi causa delle potenze, come si vede passando in rassegna i singoli generi di causalità.

Quindi le potenze dell'anima non possono derivare dalla sua essenza.

3. Emanazione indica moto.

Ora, nessuna cosa muove se stessa, come prova Aristotele [ Phys. 7,1 ]; a meno che il moto non le venga attribuito a motivo di una sua parte: come si dice che l'animale muove se stesso nel senso che una sua parte è movente e l'altra è mossa.

E nemmeno l'anima muove se stessa, come dimostra ancora Aristotele [ De anima 1,4 ].

Quindi l'anima non causa in se stessa le sue potenze.

In contrario:

Le potenze dell'anima sono sue proprietà naturali.

Ora, il soggetto è causa dei suoi accidenti propri, tanto che è incluso nella definizione dell'accidente, come risulta da Aristotele [ Met. 7,4 ].

Perciò le potenze dell'anima emanano dalla sua essenza come dalla loro causa.

Dimostrazione:

La forma sostanziale e quella accidentale in parte si assomigliano e in parte differiscono.

Si assomigliano nell'essere ambedue atto, e quindi nel rendere attuale una cosa.

- Differiscono invece sotto due aspetti.

Primo, perché la forma sostanziale dà l'essere in modo assoluto [ simpliciter ], e il suo soggetto [ cioè la materia ] è un essere soltanto in potenza.

Invece la forma accidentale non dà l'essere in modo assoluto [ simpliciter ], ma una qualità o una quantità o altre modalità dell'essere: poiché il suo soggetto è un ente già in atto.

Quindi è chiaro che l'attualità si trova nella forma sostanziale prima che nel suo soggetto: e siccome in ogni genere di cose ciò che è primo è anche causa, di conseguenza la forma sostanziale deve causare l'essere attuale del suo soggetto.

Viceversa l'attualità si trova nel soggetto della forma accidentale prima che nella forma accidentale stessa: perciò l'attualità della forma accidentale è causata dall'attualità del soggetto.

Per cui il soggetto in quanto è in potenza è ricettivo della forma accidentale, ma in quanto è in atto è produttivo di essa.

Ciò vale però per gli accidenti propri e connaturali, perché se parliamo degli accidenti estrinseci, allora il soggetto ha soltanto la capacità di riceverli: poiché chi li produce è un agente estrinseco.

- Secondo, la forma sostanziale e quella accidentale differiscono anche in questo, che la materia è ordinata alla forma sostanziale, mentre la forma accidentale è ordinata alla perfezione del soggetto: poiché ciò che è meno fondamentale è sempre ordinato a ciò che è principale.

Risulta dunque da quanto abbiamo spiegato [ a. 5 ] che sede o soggetto delle potenze dell'anima o è la sola anima, la quale appunto può essere soggetto di accidenti in quanto ha in sé una certa potenzialità, come si è detto [ a. 1, ad 6; q. 75, a. 5, ad 4 ], oppure è il composto.

Ma il composto è reso attuale dall'anima.

È chiaro quindi che tutte le potenze dell'anima, sia che la loro sede si trovi nell'anima sola, sia che si trovi nel composto, emanano dall'essenza dell'anima come dal loro principio: poiché, come si è già detto, l'accidente è causato dal suo soggetto secondo che quest'ultimo è in atto, ma viene ricevuto in esso in quanto è in potenza.

Analisi delle obiezioni:

1. Da un ente unico e semplice possono procedere naturalmente molti effetti seguendo un determinato ordine, oppure in base alla diversità dei soggetti riceventi.

Così dunque dall'unica essenza dell'anima possono derivare molte e svariate potenze sia in base alla gerarchia delle facoltà, sia in base alla diversità degli organi corporei.

2. Il soggetto rispetto agli accidenti propri è causa finale, e in certo modo efficiente; ed è anche causa materiale, in quanto soggetto ricettivo degli accidenti stessi.

E da ciò si può concludere che l'essenza dell'anima è insieme causa finale e causa efficiente di tutte le sue facoltà; di alcune poi è anche il soggetto ricettivo.

3. L'emanazione degli accidenti propri dal loro soggetto non avviene mediante una trasmutazione, ma per una naturale risultanza: come ad es. il colore deriva dalla luce.

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