Summa Teologica - I |
In 1 Sent., d. 3, q. 4, a. 2
Pare che le potenze dell'anima non emanino dalla sua essenza.
1. Da un ente unico e semplice non procedono cose diverse.
Ma l'essenza dell'anima è unica e semplice.
Perciò le potenze dell'anima, essendo molte e diverse, non possono procedere dalla sua essenza.
2. Ciò da cui una cosa procede ne è la causa.
Ma l'essenza dell'anima non può dirsi causa delle potenze, come si vede passando in rassegna i singoli generi di causalità.
Quindi le potenze dell'anima non possono derivare dalla sua essenza.
3. Emanazione indica moto.
Ora, nessuna cosa muove se stessa, come prova Aristotele [ Phys. 7,1 ]; a meno che il moto non le venga attribuito a motivo di una sua parte: come si dice che l'animale muove se stesso nel senso che una sua parte è movente e l'altra è mossa.
E nemmeno l'anima muove se stessa, come dimostra ancora Aristotele [ De anima 1,4 ].
Quindi l'anima non causa in se stessa le sue potenze.
Le potenze dell'anima sono sue proprietà naturali.
Ora, il soggetto è causa dei suoi accidenti propri, tanto che è incluso nella definizione dell'accidente, come risulta da Aristotele [ Met. 7,4 ].
Perciò le potenze dell'anima emanano dalla sua essenza come dalla loro causa.
La forma sostanziale e quella accidentale in parte si assomigliano e in parte differiscono.
Si assomigliano nell'essere ambedue atto, e quindi nel rendere attuale una cosa.
- Differiscono invece sotto due aspetti.
Primo, perché la forma sostanziale dà l'essere in modo assoluto [ simpliciter ], e il suo soggetto [ cioè la materia ] è un essere soltanto in potenza.
Invece la forma accidentale non dà l'essere in modo assoluto [ simpliciter ], ma una qualità o una quantità o altre modalità dell'essere: poiché il suo soggetto è un ente già in atto.
Quindi è chiaro che l'attualità si trova nella forma sostanziale prima che nel suo soggetto: e siccome in ogni genere di cose ciò che è primo è anche causa, di conseguenza la forma sostanziale deve causare l'essere attuale del suo soggetto.
Viceversa l'attualità si trova nel soggetto della forma accidentale prima che nella forma accidentale stessa: perciò l'attualità della forma accidentale è causata dall'attualità del soggetto.
Per cui il soggetto in quanto è in potenza è ricettivo della forma accidentale, ma in quanto è in atto è produttivo di essa.
Ciò vale però per gli accidenti propri e connaturali, perché se parliamo degli accidenti estrinseci, allora il soggetto ha soltanto la capacità di riceverli: poiché chi li produce è un agente estrinseco.
- Secondo, la forma sostanziale e quella accidentale differiscono anche in questo, che la materia è ordinata alla forma sostanziale, mentre la forma accidentale è ordinata alla perfezione del soggetto: poiché ciò che è meno fondamentale è sempre ordinato a ciò che è principale.
Risulta dunque da quanto abbiamo spiegato [ a. 5 ] che sede o soggetto delle potenze dell'anima o è la sola anima, la quale appunto può essere soggetto di accidenti in quanto ha in sé una certa potenzialità, come si è detto [ a. 1, ad 6; q. 75, a. 5, ad 4 ], oppure è il composto.
Ma il composto è reso attuale dall'anima.
È chiaro quindi che tutte le potenze dell'anima, sia che la loro sede si trovi nell'anima sola, sia che si trovi nel composto, emanano dall'essenza dell'anima come dal loro principio: poiché, come si è già detto, l'accidente è causato dal suo soggetto secondo che quest'ultimo è in atto, ma viene ricevuto in esso in quanto è in potenza.
1. Da un ente unico e semplice possono procedere naturalmente molti effetti seguendo un determinato ordine, oppure in base alla diversità dei soggetti riceventi.
Così dunque dall'unica essenza dell'anima possono derivare molte e svariate potenze sia in base alla gerarchia delle facoltà, sia in base alla diversità degli organi corporei.
2. Il soggetto rispetto agli accidenti propri è causa finale, e in certo modo efficiente; ed è anche causa materiale, in quanto soggetto ricettivo degli accidenti stessi.
E da ciò si può concludere che l'essenza dell'anima è insieme causa finale e causa efficiente di tutte le sue facoltà; di alcune poi è anche il soggetto ricettivo.
3. L'emanazione degli accidenti propri dal loro soggetto non avviene mediante una trasmutazione, ma per una naturale risultanza: come ad es. il colore deriva dalla luce.
Indice |