Summa Teologica - I |
In 4 Sent., d. 50, q. 1, a. 3; De Verit., q. 19, a. 2; De anima, a. 20
Pare che l'anima separata non conosca i singolari.
1. Come si è visto [ q. 77, a. 8 ], nell'anima separata non rimane altra potenza conoscitiva che l'intelletto.
Ma l'intelletto non può conoscere i singolari, secondo una tesi dimostrata in precedenza [ q. 86, a. 1 ].
Quindi l'anima separata non conosce i singolari.
2. La conoscenza che ha per oggetto i singolari è più determinata di quella che ha per oggetto gli universali.
Ma l'anima separata non può conoscere in maniera determinata neppure le specie degli esseri fisici.
Molto meno dunque può conoscere i singolari.
3. Se conoscesse i singolari senza servirsi dei sensi, allora l'anima dovrebbe conoscerli tutti.
Ma è certo che non li conosce tutti.
Quindi non ne conosce nessuno.
Leggiamo in S. Luca [ Lc 16,28 ] che il ricco posto nell'inferno diceva: « Ho cinque fratelli ».
Le anime separate conoscono alcuni singolari, ma non tutti.
Anzi, neppure tutti quelli del presente.
Per comprendere ciò bisogna considerare che l'intelletto può conoscere in due modi.
Primo, mediante l'astrazione dai fantasmi: e si è già visto [ q. 86, a. 1 ] che questo modo non permette all'intelletto di conoscere i singolari direttamente, ma solo indirettamente.
Secondo, mediante un'infusione di specie intenzionali da parte di Dio: e questo modo dà all'intelletto la facoltà di conoscere i singolari.
Come infatti Dio conosce tutti gli universali e tutti i singolari nella propria essenza, che è appunto la causa di tutti i princìpi universali e singolari, come si è già spiegato [ q. 14, a. 11; q. 57, a. 2 ], così le sostanze separate possono conoscere i singolari mediante specie intenzionali che sono immagini partecipate dell'essenza divina.
Vi è però questa differenza tra gli angeli e le anime: che gli angeli dalle specie suddette ricavano una conoscenza perfetta e propria delle cose, mentre le anime separate ne ricavano invece una conoscenza confusa.
Quindi gli angeli, per il vigore della loro intelligenza, sono in grado di conoscere, servendosi di tali idee, non soltanto la natura specifica delle cose, ma anche i singolari contenuti nelle varie specie.
Le anime separate invece, servendosi delle idee infuse, possono conoscere soltanto quei singolari in rapporto ai quali hanno una certa determinazione; e questa può dipendere o da una conoscenza precedente, o da una disposizione affettiva, o da un rapporto naturale, o da una disposizione divina.
Infatti tutto ciò che viene ricevuto in un soggetto assume in esso una determinazione conforme al modo di essere del ricevente.
1. L'intelletto non può conoscere i singolari mediante il processo di astrazione.
Ma come si è visto [ nel corpo ], non è questo il modo di conoscere dell'anima separata.
2. La conoscenza dell'anima separata viene ristretta a qualche specie e a quegli individui verso i quali essa ha determinati rapporti, come si è spiegato [ ib. ].
3. L'anima separata non ha uguali rapporti verso tutti i singolari, ma verso alcuni ha dei rapporti che non ha con altri.
Quindi non è indifferente a conoscere tutti i singolari.
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