Summa Teologica - I

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Articolo 6 -Se gli atti della scienza acquisita in questo mondo rimangano nell'anima separata

In 3 Sent., d. 31, q. 2, a. 4; In 4 Sent., d. 50, q. 1, a. 2

Pare che nell'anima separata non rimangano gli atti della scienza acquisita in questo mondo.

Infatti:

1. Dice il Filosofo [ De anima 1,4 ] che dopo la dissoluzione del corpo l'anima « né ricorda, né ama ».

Ma ricordare significa ripensare le cose che uno aveva conosciuto in precedenza.

Quindi l'anima separata non può avere l'atto della scienza acquisita in vita.

2. Le specie intelligibili non saranno più efficaci nell'anima separata di quanto lo siano nell'anima unita al corpo.

Ma noi ora non possiamo intendere per mezzo di tali specie senza volgerci ai fantasmi, come si è già dimostrato [ q. 84, a. 7 ].

Quindi neppure l'anima separata potrà fare questo.

E così essa non potrà compiere l'atto intellettivo mediante le specie intelligibili acquistate in vita.

3. Il Filosofo [ Ethic. 2,1 ] insegna che « gli abiti rendono gli atti [ rispettivi] simili agli atti con i quali vengono acquisiti ».

Ma in questa vita noi acquistiamo gli abiti scientifici con gli atti dell'intelletto che si volge ai fantasmi.

Quindi tali abiti non possono rendere i loro atti diversi da quelli.

D'altra parte atti del genere non sono possibili all'anima separata.

Quindi l'anima separata non avrà alcun atto della scienza acquisita quaggiù.

In contrario:

Al ricco caduto nell'inferno Abramo risponde: «Ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita » [ Lc 16,25 ].

Dimostrazione:

Nell'atto si devono considerare due aspetti: la sua specie e il suo modo di prodursi.

La specie dell'atto è desunta dall'oggetto, al raggiungimento del quale tende l'atto della potenza conoscitiva mediante la specie intenzionale, che è una rappresentazione dell'oggetto; il modo invece dipende dalla virtù dell'agente.

Così, che uno veda una pietra deriva dal fatto che l'immagine della pietra è nel suo occhio, mentre che la veda in modo nitido dipende dalla forza visiva dell'occhio.

- Ora, una volta dimostrato [ a. prec. ] che nell'anima separata rimangono le specie intelligibili, e posto che lo stato di tale anima non è identico a quello attuale, ne viene di conseguenza che l'anima separata è in grado di ripensare le cose conosciute in precedenza servendosi dei concetti acquistati quaggiù; non è però in grado di farlo nella stessa maniera, cioè volgendosi ai fantasmi, ma lo fa nella maniera che conviene a un'anima separata.

E così l'atto della scienza acquisita quaggiù rimane nell'anima separata, ma il modo non è identico.

Analisi delle obiezioni:

1. Il Filosofo parla di reminiscenza avendo di mira quegli elementi della memoria che si devono alla parte sensitiva, e non quelli che fanno attribuire la memoria all'intelletto, secondo le spiegazioni date [ q. 76, a. 6].

2. Il modo diverso di conoscere non proviene dalla diversa efficacia delle specie intelligibili, ma dallo stato diverso dell'anima nel compiere l'atto intellettivo.

3. Gli atti con i quali si acquista l'abito sono simili agli atti causati dagli abiti quanto alla specie dell'atto, ma non quanto al modo di prodursi. Infatti operare cose giuste, ma non nel modo [ connaturale a chi è ] giusto, cioè con gioia, causa l'abito della giustizia politica, mediante la quale operiamo poi con gioia.

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