Summa Teologica - I |
In 2 Sent., d. 23, q. 2, a. 2; De Verit., q. 18, a. 4
Pare che il primo uomo non avesse la conoscenza di tutte le cose.
1. Se avesse avuto una tale scienza l'avrebbe avuta o mediante idee acquisite, o mediante idee innate, o mediante idee infuse.
Ma non è possibile che la avesse mediante idee acquisite: poiché, come dimostra Aristotele [ Met. 1,1 ], una tale conoscenza nasce dall'esperienza, e il primo uomo non poteva avere allora esperienza di tutte le cose.
Parimenti non è possibile che la avesse mediante idee innate, poiché la sua natura era identica alla nostra, e la nostra anima è « come una tavoletta su cui nulla è scritto ».
Se poi l'avesse avuta per mezzo di idee infuse, allora la sua scienza delle cose non sarebbe stata dello stesso ordine della nostra, che è desunta dalle cose.
2. Negli individui della stessa specie c'è un identico modo di raggiungere la perfezione.
Ora, gli altri uomini non hanno subito da principio la conoscenza di tutte le cose, ma la acquistano gradatamente nella misura ad essi naturale.
Quindi neppure Adamo appena creato ebbe la conoscenza di tutte le cose.
3. La vita terrena viene concessa all'uomo affinché l'anima vi progredisca in conoscenza e merito: a tal fine appunto l'anima è unita al corpo.
Ma l'uomo nello stato primitivo sarebbe progredito nel merito.
Quindi sarebbe dovuto progredire anche nella conoscenza delle cose.
Quindi non poteva già possedere la scienza di tutte le cose.
Leggiamo [ Gen 2,20 ] che Adamo impose il nome a ciascun animale.
Ma i nomi devono corrispondere alla natura delle cose.
Quindi egli conosceva la natura di tutti gli animali e, per analogia, doveva possedere la scienza di tutte le altre cose.
In ordine di natura ciò che è perfetto precede l'imperfetto, allo stesso modo in cui l'atto precede la potenza: infatti le realtà potenziali non vengono portate all'atto se non da qualcosa di preesistente in atto.
E siccome fin da principio Dio stabilì che le creature non solo esistessero per se stesse, ma fossero anche princìpi di altre cose, perciò le produsse in quello stato di perfezione necessario per renderle princìpi di altri esseri.
Ora, un uomo può essere principio di un altro non solo perché lo può generare, ma anche perché lo può istruire e guidare.
Per conseguenza, come il primo uomo fu creato fisicamente perfetto in modo da poter subito generare, così fu creato spiritualmente perfetto in modo da poter subito istruire e governare gli altri.
Ma l'istruzione non è possibile senza la scienza.
Quindi il primo uomo fu creato da Dio in condizioni tali da possedere la scienza di tutto ciò che l'uomo può naturalmente imparare.
Vale a dire tutte le conoscenze racchiuse virtualmente nei primi princìpi per sé noti, cioè tutto quanto gli uomini possono conoscere naturalmente.
- Ma per governare la propria vita e l'altrui si richiede la conoscenza non soltanto delle verità naturali, ma anche di quelle che trascendono l'ordine della natura, poiché la vita dell'uomo è ordinata a un fine soprannaturale; come anche il retto governo della nostra vita suppone la conoscenza della verità di fede.
Quindi il primo uomo ebbe nelle verità soprannaturali tanto lume quanto se ne richiedeva per dirigere la sua vita in quello stato.
Non conobbe invece quelle verità che trascendono le capacità umane e non sono necessarie alla vita, quali sono i pensieri degli uomini, i futuri contingenti e certi dati singolari, p. es. quanti granelli di sabbia si trovino in un fiume, e cose del genere.
1. Il primo uomo ebbe la scienza di tutte le cose mediante idee infuse da Dio.
Tuttavia tale scienza non era specificamente diversa dalla nostra, come gli occhi che Cristo ridonò al cieco nato non erano specificamente diversi da quelli che la natura poteva produrre.
2. Adamo era il primo uomo, perciò gli spettavano delle perfezioni non dovute ai suoi discendenti, come si è spiegato sopra [ nel corpo ].
3. Nella scienza delle realtà naturali Adamo sarebbe progredito non per l'acquisto di nuove nozioni, ma per un nuovo modo di conoscerle: poiché in seguito avrebbe conosciuto per esperienza quanto già conosceva intellettualmente.
Rispetto poi alle conoscenze soprannaturali ci sarebbe stato anche un aumento di nozioni mediante rivelazioni successive: così come gli angeli progrediscono per nuove illuminazioni.
- Del resto il progresso nel merito non corrisponde a quello nella scienza: perché un uomo non è mai per un altro principio del merito, come invece lo è della scienza.
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