Summa Teologica - I |
Pare che Dio non possa muovere immediatamente la materia verso la forma.
1. Come il Filosofo [ Met. 7,8 ] dimostra, solo una forma esistente nella materia può produrre la forma in una data materia: poiché per produrre una cosa ci vuole un essere consimile.
Ma Dio non è una forma esistente nella materia.
Quindi non può causare una forma nella materia.
2. Quando un agente è orientato verso molti effetti non ne produce alcuno se non viene determinato da altri: poiché, come dice Aristotele [ De anima 3,11 ], un'idea universale non ha la capacità di muovere se non mediante un'apprensione particolare.
Ma la virtù divina è la causa universale di tutte le cose.
Quindi non può produrre una forma particolare se non servendosi di una causa particolare.
3. Come l'essere nella sua universalità dipende dalla prima causa universale, così un essere determinato dipende da cause particolari, come si è già spiegato [ q. 104, a. 2 ].
Ma l'essere determinato di una cosa dipende dalla forma propria di essa.
Quindi le forme proprie delle cose sono prodotte da Dio solo per mezzo di cause particolari.
Sta scritto [ Gen 2,7 ]: « Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo ».
Dio può muovere immediatamente la materia verso la forma.
Infatti un ente che è in potenza passiva può essere portato all'atto da quella potenza attiva che lo tiene in suo potere.
Ora, siccome la materia ricade, in quanto prodotta da Dio, sotto il potere divino, essa può essere portata all'atto dalla potenza divina.
E questo è, per la materia, essere mossa verso la forma: poiché la forma non è altro che l'atto della materia.
1. Un effetto può assomigliare alla sua causa in due modi.
Primo, nell'identità della specie, come l'uomo e il fuoco generati rispettivamente dall'uomo e dal fuoco.
Secondo, in forza di una precontenenza virtuale, in quanto cioè la forma dell'effetto è precontenuta virtualmente nella causa: e così gli animali sorti dalla putrefazione, le piante e i corpi minerali hanno una somiglianza con il sole e con le stelle, dalla cui virtù sono generati.
Così dunque l'effetto viene assimilato alla causa agente in tutto ciò a cui si estende la virtù dell'agente.
Ma noi abbiamo già visto [ q. 14, a. 11; q 44, a. 2 ] che la virtù di Dio si estende alla materia e alla forma.
Il composto dunque [ di materia e forma ] che nasce per generazione, come assomiglia al composto che lo ha generato in forza della somiglianza nella specie, così assomiglia a Dio in forza della precontenenza virtuale.
Come quindi il composto generante può muovere la materia alla forma col generare un altro composto simile, così può farlo anche Dio.
Non può farlo invece un'altra forma immateriale: poiché la materia non è contenuta nella virtù di alcun'altra sostanza separata.
Per conseguenza i demoni e gli angeli, quando operano sulle realtà visibili, non comunicano direttamente le forme, ma si servono del seme delle sostanze corporee.
2. L'argomento varrebbe se Dio agisse per necessità di natura.
Ma siccome egli agisce per volontà e per intelligenza, e l'intelletto conosce non solo le ragioni universali, ma anche quelle particolari di tutte le forme, ne segue che egli può imprimere nella materia questa o quella forma determinata.
3. Il fatto stesso che le cause seconde sono ordinate a determinati effetti proviene loro da Dio.
Quindi Dio, proprio perché ordina le cause seconde a determinati effetti, può anche produrre questi effetti da se medesimo.
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