Summa Teologica - I |
II-II, q. 95, a. 5; In 2 Sent., d. 15, q. 1, a. 3; d. 25, q. 1, a. 2, ad 3;C. G., III, cc. 84, 85, 87; De Verit., q. 5, a. 10; Comp. Theol., cc. 127, 128; In 1 Periherm., lect. 14; In 3 De anima, lect. 4; In 6 Metaph., lect. 3; In Matth., c. 2
Pare che i corpi celesti siano causa degli atti umani.
1. I corpi celesti sono mossi dalle sostanze spirituali, come si è visto [ q. 110, a. 3 ], e perciò essi agiscono in virtù di quelle come loro strumenti.
Ma le sostanze spirituali sono superiori alle nostre anime.
Pare quindi che detti corpi possano influire sulle nostre anime e causare gli atti umani.
2. Tutto ciò che è multiforme si riconduce a un principio uniforme.
Ma gli atti umani sono vari e multiformi.
Quindi si riconducono ai movimenti uniformi dei corpi celesti come ai loro princìpi.
3. Gli astrologi fanno spesso vere predizioni sulle guerre future e su altre azioni umane che dipendono dall'intelletto e dalla volontà.
Ma non potrebbero fare ciò fondandosi sui corpi celesti se questi non fossero causa delle azioni umane.
Quindi i corpi celesti sono causa delle azioni umane.
Il Damasceno [ De fide orth. 2,7 ] dice che « i corpi celesti non sono in alcun modo causa degli atti umani ».
I corpi celesti, come si è detto [ a. 3 ], esercitano il loro influsso diretto ed essenziale sui corpi inferiori.
Invece sulle potenze dell'anima che sono funzioni di organi corporei hanno sì un influsso diretto, ma accidentale: poiché l'attività di tali potenze rimane necessariamente impedita quando ne siano impediti gli organi: l'occhio malato, p. es., non riesce a vedere bene.
Se quindi l'intelletto e la volontà fossero facoltà unite a organi corporei, come volevano alcuni i quali escludevano ogni differenza tra l'intelletto e i sensi, ne seguirebbe necessariamente che i corpi celesti sarebbero causa delle decisioni e degli atti umani.
E da ciò seguirebbe che l'uomo sarebbe portato alle proprie azioni dall'istinto naturale, proprio come gli altri animali, nei quali esistono solo potenze legate a organi corporei: infatti tutto ciò che avviene nei corpi inferiori sotto l'influsso dei corpi celesti si compie naturalmente.
E così seguirebbe che l'uomo non sarebbe dotato di libero arbitrio, e le sue azioni sarebbero determinate come quelle di tutti gli altri esseri corporei.
Ma tutto ciò è manifestamente falso e contrario al vivere umano.
Va però notato che indirettamente e in modo accidentale l'influsso dei corpi celesti può giungere sino all'intelletto e alla volontà: poiché sia l'intelletto che la volontà dipendono in qualche maniera dalle potenze inferiori, unite a organi corporei.
Tuttavia è diversa la dipendenza dell'intelletto e della volontà.
Infatti l'intelletto ha una dipendenza necessaria dalle potenze conoscitive inferiori: di modo che una volta turbata l'immaginativa, la cogitativa o la memoria, ne rimane pure necessariamente turbata l'attività dell'intelletto.
La volontà invece non segue necessariamente la spinta dell'appetito inferiore: sebbene infatti le passioni dell'appetito irascibile e concupiscibile abbiano una certa capacità di inclinare la volontà, tuttavia resta sempre in potere della volontà l'assecondare o il respingere le passioni.
Quindi l'influsso dei corpi celesti, in quanto è capace di muovere le potenze inferiori, raggiunge meno la volontà, che è la causa prossima degli atti umani, di quanto non raggiunga l'intelletto.
Il ritenere dunque che i corpi celesti siano causa degli atti umani è proprio di coloro che non ammettono alcuna differenza fra l'intelletto e i sensi.
Tanto che alcuni di essi affermavano, di conseguenza, che « tale è il volere negli uomini quale lo dà giornalmente il [ sole ], padre degli uomini e degli dèi » [ Odyss. 18, vv. 135,136 ].
Poiché invece è certo che l'intelletto e la volontà non sono facoltà di organi corporei, è impossibile che i corpi celesti siano causa degli atti umani.
1. Le sostanze spirituali motrici dei corpi celesti agiscono sulle realtà materiali mediante i corpi celesti; sull'intelletto umano invece agiscono immediatamente, illuminandolo.
Non possono però influire direttamente sulla volontà, come si è detto [ q. 111, a. 2 ].
2. Come la varietà dei moti corporei si riconduce, in ordine di causalità, all'uniformità dei moti celesti, così la varietà degli atti emessi dall'intelletto e dalla volontà si riconduce a quel principio uniforme che è l'intelletto e la volontà di Dio.
3. La maggioranza degli uomini segue le passioni, che sono moti dell'appetito sensitivo e alle quali possono cooperare i corpi celesti; mentre poche sono le persone sagge che resistono a tali passioni.
Quindi gli astrologi, nella maggior parte dei casi, possono fare delle predizioni vere, specialmente se si mantengono sulle generali.
Non possono però farle nei casi particolari: poiché nulla impedisce che una persona resista alle passioni col suo libero arbitrio.
Infatti gli stessi astronomi [ Tolom., Centiloq. 5 ] dicono che « l'uomo saggio domina gli astri », nel senso cioè che domina le proprie passioni.