Summa Teologica - I-II

Indice

Articolo 4 - Se il comando e l'atto comandato siano atti distinti o siano un unico atto

III, q. 19, a. 2; De unione, a. 5

Pare che l'atto comandato non si identifichi con il comando.

Infatti:

1. Gli atti di potenze distinte sono distinti.

Ma il comando e l'atto comandato appartengono a potenze distinte, poiché la potenza che comanda è distinta da quella comandata.

Quindi l'atto comandato non si identifica con il comando.

2. Tutte le cose che possono separarsi sono distinte: infatti nessuna cosa può separarsi da se medesima.

Ma talora l'atto comandato si separa dal comando: a volte infatti il comando precede senza che segua l'atto comandato.

Quindi il comando è un atto distinto dall'atto comandato.

3. Le cose che si susseguono come antecedente e conseguente sono distinte.

Ma il comando per natura precede l'atto comandato.

Quindi se ne distingue.

In contrario:

Il Filosofo [ Top. 3,2 ] insegna che « dove una cosa è per l'altra, non ce n'è che una sola ».

Ma l'atto comandato non esiste che per il comando.

Quindi si tratta di una cosa sola.

Dimostrazione:

Nulla impedisce che certe cose siano distinte sotto un certo aspetto, e sotto un altro siano una realtà unica.

Anzi, tutte le realtà molteplici, al dire di Dionigi [ De div. nom. 13 ], in qualche modo partecipano dell'unità.

Qui tuttavia bisogna tener presente una differenza, e cioè che alcune cose sono molteplici in senso assoluto e una cosa sola in senso relativo; altre invece al contrario.

Ora, parlare dell'uno è come parlare dell'ente.

Ma l'ente in senso assoluto [ simpliciter ] è la sostanza; invece l'accidente e gli enti di ragione sono enti in senso relativo [ secundum quid ].

Quindi tutto ciò che è sostanzialmente una cosa sola è tale assolutamente parlando, ed è molteplice in senso relativo.

Come un tutto nel genere della sostanza [ l'uomo, p. es. ], composto delle sue parti integrali o essenziali, è una cosa unica in senso assoluto: infatti il tutto è un ente e una sostanza in senso assoluto, mentre le parti sono enti e sostanze nel tutto.

Invece cose sostanzialmente distinte, ma che costituiscono un'unità accidentale, sono distinte in senso assoluto e una cosa sola in senso relativo: infatti l'unità nel genere o nella specie è un'unità di ragione.

Ora, come nel campo delle realtà naturali c'è un tutto composto di materia e forma - come l'uomo che è composto di anima e di corpo, il quale è un unico essere naturale, sebbene abbia una pluralità di parti -, così negli atti umani l'atto di una potenza inferiore sta a quello di una potenza superiore come la sua materia, in quanto la potenza inferiore agisce in virtù di quella superiore che la muove: infatti l'atto del primo motore è l'elemento formale nell'agire dello strumento.

È perciò evidente che il comando e l'atto comandato formano un unico atto umano: come un certo tutto è una cosa sola, ma è molteplice per le sue parti.

Analisi delle obiezioni:

1. Se si trattasse di potenze diverse non ordinate l'una all'altra, i loro atti sarebbero distinti in senso assoluto.

Ma quando una potenza è il motore dell'altra, allora i loro atti sono in qualche modo uno solo: infatti, come dice Aristotele [ Phys. 3,3 ], « identico è l'atto del principio motore e del soggetto mosso ».

2. Per il fatto che il comando e l'atto comandato possono venire separati si dimostra [ soltanto ] che sono molteplici nelle loro parti.

Infatti le parti di un uomo possono essere separate tra loro, e tuttavia nel tutto formano un'unità.

3. Nulla impedisce che, tra cose che sono molteplici per le loro parti e formano un'unità nel tutto, l'una venga prima dell'altra.

Come l'anima è in qualche modo prima del corpo, e il cuore prima delle altre membra.

Indice