Summa Teologica - III |
Pare che in Cristo ci siano più operazioni umane.
1. Cristo in quanto uomo ha in comune con le piante la natura vegetativa, con gli animali la natura sensitiva e con gli angeli la natura intellettiva, alla pari degli altri uomini.
Ma altra è l'operazione della pianta in quanto pianta e dell'animale in quanto animale.
Quindi in Cristo in quanto uomo c'erano più operazioni.
2. Le potenze e gli abiti si distinguono secondo le operazioni.
Ma nell'anima di Cristo c'erano diverse potenze e diversi abiti.
Quindi c'erano diverse operazioni.
3. Gli strumenti devono essere proporzionati alle operazioni.
Ma il corpo umano ha membra di varie forme.
Queste perciò servono a operazioni differenti.
Quindi in Cristo ci sono operazioni umane diverse.
Il Damasceno [ De fide orth. 3, cc. 15,16 ] afferma che « l'operazione segue la natura ».
Ma in Cristo c'è una sola natura umana.
Quindi in Cristo c'è una sola operazione umana.
Essendo l'uomo tale per la ragione, si dice propriamente operazione umana quella che è compiuta dalla ragione mediante la volontà, che è l'appetito razionale.
Quanto poi alle operazioni che l'uomo compie indipendentemente dalla ragione e dalla volontà, esse non sono propriamente umane, ma lo sono soltanto in parte, in quanto cioè impegnano qualche elemento della natura umana: o il solo corpo secondo la sua natura, come avviene nel tendere al basso; o le facoltà vegetative, come nel nutrirsi e nel crescere; o la parte sensitiva, come nel vedere, udire, immaginare, ricordare, desiderare e adirarsi.
Ma tra queste operazioni vi è una differenza.
Infatti le operazioni della vita sensitiva obbediscono in qualche modo alla ragione: per cui sono parzialmente razionali e umane, nella misura appunto in cui obbediscono alla ragione, come insegna il Filosofo [ Ethic. 1,13 ].
Invece le operazioni della vita vegetativa e quelle che dipendono dalla composizione elementare del corpo non sottostanno alla ragione, per cui non sono in alcun modo razionali, né propriamente umane, ma riguardano solo una parte della natura umana.
Ora, abbiamo già detto [ a. prec. ] che quando un agente inferiore opera in forza della propria forma, la sua operazione si distingue da quella dell'agente superiore; quando invece l'agente inferiore non opera se non in quanto è mosso da quello superiore, allora si ha un'unica operazione per ambedue.
Così dunque in ogni puro uomo le operazioni fisiche e vegetative sono distinte da quelle della volontà, che sono quelle propriamente umane.
E altrettanto si dica dell'operazione dell'anima sensitiva quando non è mossa dalla ragione, mentre quando è mossa dalla ragione è unica l'operazione della parte sensitiva e di quella razionale.
L'operazione poi dell'anima razionale è unica se ne consideriamo il principio, che è la ragione o volontà; è invece molteplice se ne consideriamo i diversi oggetti; i quali secondo alcuni danno una diversità di opere piuttosto che di operazioni, giudicando tali autori l'unità dell'operazione solo dalla parte del principio operativo: è infatti in questo senso preciso che noi ora ci occupiamo dell'unità o pluralità delle operazioni in Cristo.
In un puro uomo dunque c'è una sola operazione propriamente umana, tuttavia ci sono alcune altre operazioni impropriamente umane, come si è detto.
In Gesù Cristo come uomo, invece, non c'era alcun movimento della parte sensitiva che non fosse diretto dalla ragione.
E anche le stesse operazioni naturali e fisiche seguivano in qualche modo la sua volontà, poiché era questa che « lasciava alla sua carne d'agire e di patire in conformità alla sua natura », come si è detto sopra [ q. 18, a. 5 ].
Perciò in Cristo l'operazione è molto più unitaria che in qualunque altro uomo.
1. Le operazioni della parte sensitiva e vegetativa non sono propriamente umane, come si è detto [ nel corpo ].
E tuttavia in Cristo erano più umane che negli altri.
2. Le potenze e gli abiti si distinguono secondo gli oggetti, per cui la diversità delle operazioni corrisponde a quella delle potenze e degli abiti come anche a quella degli oggetti.
Ora, noi non intendiamo escludere dall'umanità di Cristo una tale diversità, né quella che dipende dalla diversità del tempo, ma solo la diversità che deriva dal primo principio operativo, come si è detto [ ib. ].
3. Vale la stessa risposta.
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