Summa Teologica - I-II |
I, q. 60, a. 3; II-II, q. 23, a. 1; In 2 Sent., d. 29, q. 1, a. 3;In 4 Sent., d. 49, q. 1, a. 2, sol. 1, ad 3; De Virt., q. 4, a. 3; In Div. Nom., c. 4, lect. 9, 10
Pare che l'amore non sia ben diviso in amore di amicizia e amore di concupiscenza.
1. Come insegna il Filosofo [ Ethic. 8,5 ], « l'amore è una passione, l'amicizia invece è un abito ».
Ma l'abito non può essere la suddivisione di una passione.
Quindi l'amore non è ben diviso in amore di concupiscenza e amore di amicizia.
2. Una cosa non può essere divisa mediante ciò che gli è connumerato: uomo infatti non è connumerato con animale.
Ora, la concupiscenza è connumerata con l'amore [ in una stessa suddivisione ], come passione distinta dall'amore.
Quindi l'amore non può essere diviso mediante la concupiscenza.
3. Per il Filosofo [ Ethic. 8,3 ] ci sono tre tipi di amicizia: utile, dilettevole e onesta.
Ma l'amicizia utile e quella dilettevole non escludono la concupiscenza.
Quindi la concupiscenza non può essere divisa in contrapposizione all'amicizia.
Noi diciamo di amare le cose di cui abbiamo brama o concupiscenza, come dice Aristotele [ Topic. 2,3 ]: « Si dice che uno ama il vino per il dolce che in esso appetisce ».
Ora, verso il vino o verso cose consimili, osserva il medesimo autore [ Ethic. 8,2 ], non abbiamo amicizia.
Quindi l'amore di concupiscenza è distinto da quello di amicizia.
Il Filosofo [ Reth. 2,4 ] insegna che « amare è volere del bene a qualcuno ».
Quindi il moto dell'amore ha due oggetti: il bene che uno vuole a qualcuno, a se stesso o ad altri, e il soggetto a cui vuole quel bene.
Rispetto quindi al bene voluto si ha l'amore di concupiscenza, rispetto invece al soggetto a cui si vuole quel bene si ha l'amore di amicizia.
Ora, questa divisione è impostata su un rapporto di priorità e di dipendenza.
Infatti ciò che è amato di amore d'amicizia è amato direttamente e per se stesso; invece ciò che è amato di amore di concupiscenza non è amato in tal modo, ma è amato per un altro.
Come infatti l'ente puro e semplice ha in sé il proprio essere, mentre l'ente sotto un certo aspetto è quello che ha il suo essere in altro, così il bene, che è convertibile con l'ente, è bene in modo assoluto quando è un bene per se stesso; se invece è il bene di un altro è bene sotto un certo aspetto.
Quindi l'amore col quale si ama un essere volendo ad esso il bene è amore in senso pieno e assoluto; invece l'amore col quale si ama una cosa per farne il bene di altri è amore sotto un certo aspetto.
1. L'amore non si suddivide in amicizia e concupiscenza, ma in amore di amicizia e amore di concupiscenza.
Infatti si chiama amico in senso proprio colui al quale vogliamo un certo bene; abbiamo invece concupiscenza verso ciò che vogliamo per noi.
2. Così è risolta anche la seconda obiezioni.
3. Nell'amicizia utile e in quella dilettevole si vuole il bene dell'amico: e così si salva il carattere di amicizia.
Per il fatto però che in definitiva il bene viene indirizzato al proprio piacere o alla propria utilità, l'amicizia utile o dilettevole perde la natura di vera amicizia, poiché si riduce a un amore di concupiscenza.
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