Summa Teologica - I-II |
II-II, q. 58, q. 10; In 3 Sent., d. 33, q. 1, a. 3, sol. 2; De Virt., q. 1, a. 13
Pare che il giusto mezzo delle virtù morali sia nelle cose e non nella ragione.
1. Il bene della virtù morale consiste nell'essere nel giusto mezzo.
Ma il bene, come dice Aristotele [ Met. 6,4 ], è nelle cose stesse.
Quindi il giusto mezzo della virtù morale è nelle cose.
2. La ragione è una potenza conoscitiva.
La virtù morale però non consiste nel giusto mezzo degli atti conoscitivi, ma piuttosto nel giusto mezzo riguardante le operazioni e le passioni.
Quindi il giusto mezzo delle virtù morali non è di ordine razionale, ma reale.
3. Il mezzo calcolato a guisa dei rapporti aritmetici o geometrici è il mezzo di ordine reale.
Ora, tale è il giusto mezzo della giustizia, secondo Aristotele [ Ethic. 5, cc. 3,4 ].
Quindi il giusto mezzo delle virtù morali è reale e non di ragione.
Il Filosofo [ Ethic. 2,6 ] insegna che « la virtù morale consiste nel giusto mezzo rispetto a noi, definito dalla ragione ».
Il giusto mezzo di ragione può essere inteso in due modi.
Primo, nel senso che il mezzo sia da ricercarsi nello stesso atto della ragione, quasi riducendo l'atto stesso della ragione a qualcosa d'intermedio.
E in questo senso il giusto mezzo della virtù non può essere il giusto mezzo della ragione, poiché la virtù morale non dà compimento all'atto della ragione, ma all'atto della virtù appetitiva.
- Secondo, può dirsi giusto mezzo di ragione quanto viene determinato come tale dalla ragione in una data materia.
E in questo senso il giusto mezzo della virtù morale è sempre il giusto mezzo della ragione: poiché, secondo le spiegazioni date [ a. prec. ], la virtù morale consiste nel giusto mezzo in conformità con la retta ragione.
In qualche caso avviene però che il giusto mezzo di ragione coincida col giusto mezzo imposto dalla realtà delle cose: e allora il giusto mezzo della virtù morale si identifica col giusto mezzo delle cose, come avviene nel caso della giustizia.
Invece altre volte il giusto mezzo di ragione è desunto non dalla realtà, ma in rapporto a noi: ed è questo il giusto mezzo in tutte le altre virtù morali.
E ciò è dovuto al fatto che la giustizia riguarda le operazioni aventi di mira le cose esterne, in cui il giusto deve essere determinato in assoluto e per se stesso, come si è già notato [ q. 60, a. 2 ]: quindi il giusto mezzo di ragione nella giustizia si identifica col giusto mezzo delle cose, in quanto la giustizia dà a ciascuno ciò che è dovuto, né più, né meno.
Le altre virtù morali riguardano invece le passioni interne, in cui non si può stabilire ciò che è giusto sempre allo stesso modo, poiché gli uomini sono diversamente disposti rispetto alle passioni: e allora è necessario determinare la rettitudine della ragione avendo riguardo a noi, che siamo sotto l'influsso delle passioni.
Sono così evidenti le risposte alle obiezioni.
Infatti le prime due insistono sul giusto mezzo di ragione considerato nell'atto stesso della ragione.
- La terza invece è basata sul giusto mezzo proprio della giustizia.
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