Summa Teologica - I-II

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Articolo 6 - Se nella gloria, dopo questa vita, rimanga la carità

In 3 Sent., d. 31, q. 2, a. 2; De Verit., q. 27, a. 5, ad 6; De Virt., q. 4, a. 4, ad 7, 13, 14; In 1 Cor., c. 13, lect. 3

Pare che nella gloria, dopo questa vita, la carità non rimanga.

Infatti:

1. Sta scritto [ 1 Cor 13,10 ]: « Quando verrà ciò che è perfetto, ciò che è imperfetto scomparirà ».

Ma la carità dei viatori è imperfetta.

Quindi finirà quando verrà la perfezione della patria.

2. Gli abiti e gli atti sono distinti secondo gli oggetti; ma l'oggetto dell'amore è il bene conosciuto: essendo quindi la conoscenza della vita presente diversa da quella della vita futura, sembra che la carità non possa essere identica nei due casi.

3. Se due realtà hanno la medesima natura, quella imperfetta può raggiungere la stessa perfezione di quella perfetta mediante un continuo aumento.

Invece la carità dei viatori, per quanto aumenti, non potrà mai raggiungere l'uguaglianza con la carità della patria.

Perciò sembra che la carità dei viatori non rimarrà in patria.

In contrario:

L'Apostolo [ 1 Cor 13,8 ] afferma: « La carità non avrà mai fine ».

Dimostrazione:

Secondo le spiegazioni date [ a. 3 ], se l'imperfezione di una cosa non rientra nella sua natura specifica, nulla impedisce che un'entità numericamente identica, che prima era imperfetta, diventi in seguito perfetta: come l'uomo giunge alla perfezione con il suo sviluppo, e la bianchezza con la sua intensificazione.

Ora, la carità è amore, nella cui nozione non si trova imperfezione alcuna: infatti l'amore può avere per oggetto sia il bene posseduto che quello non posseduto, sia quello visto che quello non visto.

Perciò la carità non verrà eliminata dalla perfezione della gloria, ma resterà sempre numericamente identica.

Analisi delle obiezioni:

1. L'imperfezione è solo accidentale alla carità: poiché nella nozione dell'amore non rientra imperfezione alcuna.

Ora, eliminando ciò che è accidentale, rimane pur sempre la sostanza di una cosa.

Togliendo quindi l'imperfezione della carità non verrà eliminata la carità medesima.

2. La carità non ha per oggetto la conoscenza stessa, nel qual caso non potrebbe essere identica in via e in patria.

Ha invece per oggetto la stessa realtà conosciuta, che rimane identica, cioè Dio medesimo.

3. Se la carità dei viatori aumentando non può giungere a uguagliare la carità della patria beata, è a motivo della diversità della causa che interviene: come infatti nota Aristotele [ Ethic. 9,5 ], la visione è una delle cause dell'amore.

Ora, quanto più perfettamente Dio è conosciuto, tanto più perfettamente è amato.

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