Summa Teologica - I-II |
I, q. 105, a. 7, ad 1; In 2 Sent., d. 18, q. 1, a. 3, ad 2; In 4 Sent., d. 17, q. 1, a. 5, sol. 1
Pare che la giustificazione dell'empio sia un'opera miracolosa.
1. Le opere miracolose sono più grandi di quelle non miracolose.
Ma la giustificazione dell'empio è più grande delle altre opere miracolose, come è evidente dal passo di S. Agostino riferito sopra [ a. 9, s.c. ].
Quindi la giustificazione dell'empio è un'opera miracolosa.
2. Il moto della volontà nell'anima è paragonabile all'inclinazione naturale negli esseri naturali.
Ora, quando Dio agisce nelle realtà naturali contro l'inclinazione della natura, p. es. dando la vista ai ciechi o risuscitando i morti, si ha un'opera miracolosa.
Ma la volontà del peccatore tende al male.
Siccome quindi Dio, quando giustifica un uomo, lo muove al bene, sembra che la giustificazione del peccatore sia miracolosa.
3. La giustizia è un dono di Dio al pari della sapienza.
Ora, è un miracolo che uno, senza studiare, riceva da Dio a un tratto la sapienza.
Quindi è anche un miracolo che Dio renda giusto un peccatore.
Le opere miracolose sorpassano le facoltà della natura.
La giustificazione dell'empio non sorpassa invece queste capacità: infatti S. Agostino [ De praed. sanct. 5.9 ] scrive che « è proprio della natura degli uomini poter avere la fede e la carità; averle però di fatto è proprio della grazia dei fedeli ».
Perciò la giustificazione dell'empio non è miracolosa.
Nelle opere miracolose siamo soliti riscontrare tre cose.
La prima riguarda la potenza della causa agente: poiché tali opere possono essere compiute solo dalla potenza di Dio.
Perciò esse sono mirabili in senso assoluto, avendo una causa occulta, come si è spiegato nella Prima Parte [ q. 105, a. 7 ].
E da questo lato si possono chiamare miracolose sia la giustificazione dell'empio che la creazione del mondo, e in genere qualsiasi cosa che Dio solo può compiere.
Secondo, in alcune opere miracolose si riscontra che la forma prodotta è al di sopra della potenza naturale di quella data materia: come nella risurrezione di un morto la vita è data al di sopra della potenza di quel dato corpo.
E sotto questo aspetto la giustificazione dell'empio non è miracolosa: poiché l'anima è per natura capace della grazia; infatti, secondo S. Agostino [ De Trin. 14,8.11 ], « per il fatto stesso che è stata creata a immagine di Dio, essa è capace di Dio mediante la grazia ».
Terzo, nelle opere miracolose si riscontra qualcosa che non rispetta l'ordine consueto nel causare: come quando un infermo riacquista subito la salute, fuori del corso normale della guarigione dovuta alla natura o alla medicina.
E sotto questo aspetto la giustificazione dell'empio a volte, ma non sempre, è miracolosa.
Infatti il corso ordinario e comune della giustificazione richiede che l'uomo, sotto l'interna mozione divina, prima si volga a Dio con una conversione imperfetta, e in seguito raggiunga la conversione perfetta: poiché, come insegna S. Agostino [ Epist. 186 ], « la carità iniziale merita di essere accresciuta, e quella in via di sviluppo merita di essere condotta a perfezione ».
Tuttavia in certi casi Dio muove l'anima con tanta forza da farle raggiungere subito una certa perfezione nella giustizia.
Come avvenne nella conversione di S. Paolo, anche con il prodigio di un'esterna prostrazione.
Per questo la conversione di S. Paolo viene celebrata nella Chiesa come miracolosa.
1. Certe opere miracolose, sebbene siano più piccole della giustificazione dei peccatori quanto al bene prodotto, sono tuttavia fuori dell'ordine consueto.
E così hanno un aspetto miracoloso più evidente.
2. Non tutte le volte che una realtà naturale è mossa contro la sua inclinazione si ha un miracolo - altrimenti sarebbe miracoloso il riscaldamento dell'acqua, o il lancio in alto di un sasso -, ma solo quando ciò viene compiuto fuori dell'ordine delle cause prossime che sono fatte per causarlo.
Ora, la giustificazione dell'empio non può avere un'altra causa all'infuori di Dio: come l'acqua non può essere riscaldata se non dal fuoco.
Quindi la giustificazione del peccatore da parte di Dio, sotto questo aspetto, non è miracolosa.
3. L'uomo è fatto per acquistare da Dio la sapienza e la scienza con l'ingegno e lo studio personale: perciò quando uno diviene sapiente e istruito fuori di questo ordine, si ha un miracolo.
Ma l'uomo non è fatto per acquistare la grazia giustificante con la sua attività, bensì con l'intervento di Dio.
Per cui il paragone non regge.
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