Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la carità possa essere la forma della fede

Infra, q. 23, a. 8; In 3 Sent., d. 23, q. 3, a. 1, sol. 1; De Verit., q. 14, a. 5; De Virt., q. 2, a. 3

Pare che la carità non possa essere la forma della fede.

Infatti:

1. Dalla forma ogni cosa riceve la sua specie.

Perciò cose che sono tra loro divise come le specie di un dato genere non possono essere l'una forma dell'altra.

Ma la fede e la carità sono divise tra loro da S. Paolo [ 1 Cor 13,13 ] come specie diverse di virtù.

Quindi la carità non può essere la forma della fede.

2. La forma e ciò di cui essa è forma sono nel medesimo soggetto: poiché costituiscono una realtà unica.

Ora, la fede è nell'intelletto, mentre la carità è nella volontà.

Quindi la carità non può essere la forma della fede.

3. La forma è il principio di una cosa.

Ma il principio del credere, per quanto riguarda la volontà, pare essere più l'obbedienza che la carità: S. Paolo [ Rm 1,5 ] infatti accenna « all'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti ».

Quindi la forma della fede è più l'obbedienza che la carità.

In contrario:

Ogni cosa agisce mediante la propria forma.

Ma la fede « opera per mezzo della carità ».

Quindi l'amore di carità è la forma della fede.

Dimostrazione:

Come si è visto nei trattati precedenti [ I-II, q. 1, a. 3; q. 18, a. 6 ], gli atti volontari ricevono la loro specie dal fine, che è l'oggetto della volontà.

Ora, nelle realtà naturali l'elemento specificante è l'elemento formale.

Perciò la forma di qualsiasi azione volontaria è in certo qual modo il fine a cui essa è ordinata: sia perché dal fine riceve la specie, sia anche perché il modo dell'atto deve essere proporzionato al fine.

Ora, è evidente da quanto si è detto [ a. 1 ] che l'atto della fede è ordinato come a suo fine all'oggetto della volontà, che è il bene.

Ma il bene che è il fine della fede, cioè il bene divino, è l'oggetto proprio della carità.

Quindi la carità è detta forma della fede in quanto l'atto della fede è perfezionato e informato dalla carità.

Analisi delle obiezioni:

1. La carità è la forma della fede in quanto ne informa l'atto.

Ora, nulla impedisce che un atto sia informato da diversi abiti, e in base a ciò appartenga a diverse specie secondo un certo ordine, come sopra [ I-II, q. 18, a. 7, ad 1 ] si è visto trattando degli atti umani in generale.

2. L'obiezione vale per la forma intrinseca.

Ma la carità non è forma della fede in questo senso, bensì in quanto ne informa gli atti, come si è spiegato [ nel corpo ].

3. L'obbedienza stessa, come anche la speranza e qualsiasi altra virtù che possa precedere l'atto della fede, è informata dalla carità, come vedremo [ q. 23, a. 8 ].

Per questo la stessa carità viene considerata quale forma della fede.

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