Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se la bestemmia sia sempre un peccato mortale

In Col., c. 3, lect. 2

Pare che la bestemmia non sia sempre un peccato mortale.

Infatti:

1. A commento di quel brano dell'Apostolo [ Col 3,8 ]: « Deponete anche voi », ecc., la Glossa [ ord. di Ambr. ] afferma: « Dopo le cose più gravi, proibisce quelle minori ».

E tra queste elenca anche la bestemmia.

Quindi la bestemmia va computata tra i peccati minori, cioè tra i peccati veniali.

2. Ogni peccato mortale si oppone a un precetto del decalogo.

Ma la bestemmia non pare opporsi ad alcuno di essi.

Quindi non è un peccato mortale.

3. I peccati commessi senza deliberazione non sono mortali: infatti i primi moti non sono peccati mortali, proprio perché precedono la deliberazione della ragione, come si è visto in precedenza [ I-II, q. 74, a. 3, ad 3; a. 10 ].

Ma la bestemmia spesso sfugge senza deliberazione.

Quindi non sempre è un peccato mortale.

In contrario:

Sta scritto [ Lv 24,16 ]: « Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte ».

Ma la pena di morte è inflitta solo per i peccati mortali.

Perciò la bestemmia è un peccato mortale.

Dimostrazione:

Secondo le spiegazioni date [ I-II, q. 72, a. 5 ], il peccato mortale è quello che separa un uomo dal primo principio della vita spirituale, che è la carità di Dio.

Perciò tutte le azioni incompatibili con la carità sono nel loro genere peccati mortali.

Ora la bestemmia, nel suo genere o natura, è incompatibile con la carità di Dio, essendo, come si è detto [ a. prec. ], una menomazione della bontà divina, che costituisce l'oggetto della carità.

Quindi la bestemmia è un peccato mortale nel suo genere.

Analisi delle obiezioni:

1. Quella spiegazione non va intesa nel senso che tutte le mancanze seguenti sarebbero peccati minori, ma nel senso che mentre prima aveva elencato solo colpe molto gravi, dopo scende a proibire anche certi peccati minori, tra i quali però non mancano dei peccati gravi.

2. Dato che la bestemmia si oppone alla confessione della fede, come sopra [ ib. ] si è detto, ne abbiamo la proibizione nel precetto che proibisce l'incredulità [ Es 20,2 ]: « Io sono il Signore tuo Dio », ecc.

Oppure viene proibita con quelle parole [ Es 20,7 ]: « Non nominare il nome di Dio invano ».

Infatti chi pronunzia una cosa falsa su Dio abusa più gravemente del nome di Dio di colui il quale si serve del suo nome per confermare una menzogna.

3. La bestemmia può sfuggire senza deliberazione in due modi.

Primo, nel caso in cui uno non avverte che quanto dice è una bestemmia.

E ciò può capitare quando uno sotto l'impeto della passione prorompe improvvisamente in parole immaginate, di cui non considera il significato.

E allora si ha un peccato veniale, e propriamente non è una bestemmia.

- Secondo, quando uno avverte che l'espressione è blasfema, considerando il significato delle parole.

E allora non viene scusato dal peccato mortale: alla pari di colui il quale, spinto da un moto improvviso di collera, uccide uno che siede accanto a lui.

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