Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la presunzione si appoggi su Dio, o sulla propria virtù

Pare che la presunzione, che è un peccato contro lo Spirito Santo, non si appoggi su Dio, ma sulla propria virtù.

Infatti:

1. Quanto minore è la virtù, tanto più pecca chi su di essa si appoggia eccessivamente.

Ma la virtù dell'uomo è minore di quella di Dio.

Quindi chi presume della virtù umana pecca più gravemente di chi presume della virtù divina.

D'altra parte il peccato contro lo Spirito Santo è il più grave.

Quindi la presunzione, che costituisce una delle specie dei peccati contro lo Spirito Santo, si appoggia più sulla virtù dell'uomo che su quella di Dio.

2. Da un peccato contro lo Spirito Santo nascono altri peccati: infatti si dice peccato contro lo Spirito Santo la malizia per la quale uno pecca.

Ma gli altri peccati nascono più dalla presunzione con la quale un uomo presume di se stesso che dalla presunzione con la quale presume di Dio: poiché l'amore di sé, come insegna S. Agostino [ De civ. Dei 14,28 ], è la causa dei peccati.

Perciò la presunzione, che è uno dei peccati contro lo Spirito Santo, si appoggia sulla capacità dell'uomo.

3. Il peccato nasce dalla disordinata conversione a un bene transitorio.

Ma la presunzione è un peccato.

Quindi essa nasce più dalla conversione alla capacità dell'uomo, che è un bene transitorio, che dalla conversione alla virtù di Dio, che è un bene eterno.

In contrario:

Come nella disperazione uno disprezza la misericordia divina, sulla quale si appoggia la speranza, così nella presunzione disprezza la divina giustizia, che punisce i peccatori.

Ma come in Dio c'è la misericordia, così c'è anche la giustizia.

Come quindi la disperazione risulta dall'allontanamento da Dio, così la presunzione risulta da una disordinata conversione verso di lui.

Dimostrazione:

La presunzione implica un eccesso di speranza.

Ora, l'oggetto della speranza è un bene arduo raggiungibile.

Ma una cosa può essere raggiungibile per l'uomo in due modi: primo, mediante la propria capacità; secondo, mediante la virtù di Dio.

Quindi ci può essere presunzione esagerando nell'una o nell'altra speranza.

Infatti nella speranza in cui uno confida nelle proprie forze vi è presunzione quando si persegue come raggiungibile da se stessi un oggetto che sorpassa la propria capacità.

E nella Scrittura [ Gdt 6,15 Vg ] si legge: « Tu umilii quelli che presumono di sé ».

E tale presunzione è in contrasto con la virtù della magnanimità, che sa tenere il giusto mezzo in questo tipo di speranza.

Invece in rapporto alla speranza con la quale uno si appoggia alla potenza di Dio ci può essere presunzione per il fatto che uno persegue come un bene raggiungibile mediante la potenza e la misericordia di Dio una cosa che tale non è: come quando uno spera di ottenere il perdono senza il pentimento, o la gloria senza i meriti.

E questa presunzione è propriamente uno dei peccati contro lo Spirito Santo: poiché con essa si trascura o si disprezza l'aiuto dello Spirito Santo, da cui l'uomo viene risollevato dai peccati.

Analisi delle obiezioni:

1. Abbiamo già visto [ q. 20, a. 3; I-II, q. 73, a. 3 ] che i peccati contro Dio sono nel loro genere più gravi degli altri.

Perciò la presunzione con la quale uno si fonda disordinatamente su Dio è più grave della presunzione con la quale uno si fonda sulla propria capacità.

Infatti contare sulla potenza di Dio per raggiungere ciò che a Dio non si addice è un degradare la virtù di Dio.

Ora, è chiaro che chi sminuisce la potenza di Dio pecca più gravemente di chi esagera nell'esaltare la propria capacità.

2. La presunzione con la quale uno presume di Dio implica anche l'amore di sé, col quale uno vuole disordinatamente il proprio bene.

Infatti noi pensiamo di poter raggiungere facilmente, servendoci di altri, ciò che molto desideriamo, anche se non è raggiungibile.

3. La presunzione della misericordia divina implica sia la conversione a un bene transitorio, in quanto nasce dal desiderio disordinato del proprio bene, sia l'allontanamento dal bene eterno, in quanto attribuisce alla potenza di Dio ciò che ad essa non si addice: infatti l'uomo in tal modo si allontana dalla verità divina.

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