Summa Teologica - II-II |
In 4 Sent., d. 15, q. 2, a. 5; Quodl., 3, q. 6, a. 1
Pare che chi è soggetto al potere altrui possa fare l'elemosina.
1. I religiosi sono sotto il potere di coloro ai quali hanno fatto il voto di obbedienza.
Ora, se ad essi non fosse lecito fare l'elemosina, riceverebbero un danno dallo stato religioso: poiché, come dice S. Ambrogio [ Ambrosiaster, In 1 Tm 4,8 ], « la perfezione della religione cristiana sta nella pietà », che viene lodata specialmente per l'elargizione delle elemosine.
Perciò quanti sono soggetti al potere altrui possono fare elemosine.
2. La moglie, come sta scritto [ Gen 3,16 ], è « sotto il dominio del marito ».
Ma la moglie, essendo data all'uomo come compagna, può fare l'elemosina: infatti si legge di Santa Lucia che faceva elemosine all'insaputa dello sposo.
Quindi uno non perde la facoltà di fare l'elemosina per il fatto che è soggetto al potere altrui.
3. I figli per natura sono soggetti al potere dei genitori, da cui l'esortazione dell'Apostolo [ Ef 6,1 ]: « Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore ».
Ora i figli, come pare, possono fare elemosine con le sostanze paterne: poiché in qualche modo le posseggono, essendo essi gli eredi; e dato che ne possono usare a vantaggio del corpo, molto più ne possono usare a vantaggio dell'anima, dandole in elemosina.
Quindi chi è soggetto al potere altrui può fare l'elemosina.
4. Gli schiavi sono soggetti al potere dei loro padroni, come appare dalle parole di S. Paolo [ Tt 2,9 ]: « Esorta gli schiavi a essere sottomessi in tutto ai loro padroni ».
Ma essi hanno la facoltà di compiere certe cose a vantaggio dei loro padroni: il che avviene specialmente se elargiscono elemosine per essi.
Quindi quelli che sono soggetti all'altrui potere possono fare l'elemosina.
Come ricorda S. Agostino [ Serm. 113 ], le elemosine vanno fatte col proprio onesto guadagno e non con la roba altrui.
Ora, se i sottoposti facessero l'elemosina la farebbero con la roba altrui.
Essi perciò non possono farla.
Chi è soggetto all'altrui potere deve regolarsi, in quanto è tale, secondo gli ordini del suo superiore: infatti l'ordine naturale esige che le realtà inferiori siano regolate secondo le superiori.
Per cui l'inferiore, nelle cose in cui è soggetto al suo superiore, deve comportarsi non altrimenti che uniformandosi alle disposizioni ricevute da lui.
Così dunque chi non è padrone di se stesso non può fare elemosine con le sostanze in cui dipende da un superiore se non nella misura permessagli dal superiore medesimo.
- Se invece avesse qualcosa in cui non è soggetto al suo superiore, in ciò non sarebbe sotto il suo potere, ma padrone di sé.
E con questi beni potrebbe fare l'elemosina.
1. Il monaco, se ne ha l'incombenza dal suo prelato, può fare l'elemosina con i beni del monastero, secondo gli ordini ricevuti.
Se invece non ha questa incombenza, non avendo più nulla di proprio non può fare l'elemosina senza il permesso, espresso o presunto, del proprio abate: eccetto forse il caso di estrema necessità, in cui gli sarebbe anche lecito rubare per fare l'elemosina.
Ma non per questo i monaci sono in una condizione peggiore: poiché come si legge nel De Ecclesiasticis Dogmatibus [ 38 ], « è cosa buona distribuire le proprie sostanze ai poveri con parsimonia, ma è cosa migliore dare via tutto in una volta, con l'intenzione di seguire il Signore, e liberi da ogni sollecitudine accettare la povertà con Cristo ».
2. Se la moglie, oltre alla dote, possiede altri beni ordinati a sostenere i pesi del matrimonio, o provenienti dal proprio guadagno o posseduti in qualsiasi altro modo lecito, può con essi fare elemosine anche senza il permesso del marito: però moderatamente, per non depauperare con degli eccessi il marito.
Altrimenti essa non può fare altre elemosine senza il permesso, espresso o presunto, del marito, all'infuori dei casi di necessità, come si è detto [ ad 1 ] per il monaco.
Sebbene infatti la moglie sia uguale al marito per quanto riguarda l'atto del matrimonio, tuttavia nelle cose riguardanti l'economia domestica « l'uomo è capo della donna », come dice l'Apostolo [ 1 Cor 11,3 ].
- Santa Lucia poi aveva non il marito, ma il fidanzato.
Perciò poteva fare l'elemosina con il solo permesso di sua madre.
3. Gli averi di un figlio di famiglia appartengono al padre.
Perciò egli non può fare dell'elemosina ( se non forse quella poca che egli può presumere essere gradita a suo padre ): a meno che il padre non gli abbia dato questa incombenza.
- E lo stesso si dica degli schiavi.
4. È così risolta anche la quarta obiezioni.
Indice |