Summa Teologica - II-II |
In 3 Sent., d. 27, expos.; De Virt., q. 2, a. 10, ad 1; Expos. in Decal., c. 5; De perf. vitae spir., c. 4; In Matth., c. 22
Pare che non sia giusto il comando di amare Dio « con tutto il cuore ».
1. Il modo o l'intensità dell'atto virtuoso è estraneo al precetto, come è evidente dalle cose già dette [ I-II, q. 100, a. 9 ].
Ma l'espressione: « con tutto il cuore » dice il modo dell'amore di Dio.
Non era quindi opportuno il comando di amare Dio con tutto il cuore.
2. Secondo Aristotele [ Phys. 3,6 ] « tutto intero e perfetto è ciò a cui nulla manca ».
Se quindi è di precetto che Dio sia amato con tutto il cuore, chiunque fa una cosa che sia estranea all'amore di Dio agisce contro il precetto, e quindi pecca mortalmente.
Ma il peccato veniale è estraneo all'amore di Dio.
Quindi il peccato veniale sarebbe mortale, il che è inammissibile.
3. Amare Dio con tutto il cuore è cosa che appartiene alla perfezione poiché, secondo il Filosofo [ ib. ], tutto e perfetto sono la stessa cosa.
Ora, le cose che appartengono alla perfezione non sono di precetto, ma di consiglio.
Quindi non si deve comandare che si ami Dio con tutto il cuore.
Sta scritto [ Dt 6,5 ]: « Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore ».
Avendo i precetti per oggetto gli atti delle virtù, un'azione è di precetto in quanto è un atto di virtù.
Ora, per un atto di virtù non si richiede soltanto che esso rispetti la debita materia, ma anche che si rivesta delle debite circostanze che lo rendono proporzionato a tale materia.
Ma Dio deve essere amato come fine ultimo, al quale vanno riferite tutte le cose.
Perciò nel precetto dell'amore di Dio bisognava ricordare una simile totalità.
1. Il precetto relativo agli atti di una virtù non si estende al modo che tali atti ricevono da una virtù superiore, però abbraccia il modo che rientra nel costitutivo di quella data virtù.
E questo modo è indicato dalle parole: « con tutto il cuore ».
2. Dio può essere amato con tutto il cuore in due modi.
Primo, attualmente, cioè in maniera che tutto il cuore dell'uomo sia sempre attualmente proteso verso Dio.
E questa è la perfezione della patria beata.
- Secondo, in maniera che tutto il cuore di un uomo sia proteso verso Dio a modo di abito: cioè in modo che il cuore non ammetta nulla contro l'amore di Dio.
E questa è la perfezione della vita presente, con la quale non è incompatibile il peccato veniale: poiché tale peccato non esclude l'abito della carità, avendo un oggetto che non è ad essa contrario, ma che ne ostacola solo l'esercizio.
3. La perfezione della carità a cui sono ordinati i consigli è qualcosa di mezzo tra i suddetti [ ad 2 ] due tipi di perfezione, e consiste nel fatto che l'uomo, per quanto è possibile, si distacca da quelle cose temporali anche lecite che, tenendo occupato l'animo, impediscono il moto attuale del cuore verso Dio.
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