Summa Teologica - II-II |
In 3 Sent., d. 27, expos.; Expos. in Decal., c. 5, De perf. vitae spir., c. 4; In Matth., c. 22
Pare che non sia giusto aggiungere al precetto [ Dt 6,5 ]: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore » le parole che seguono: « e con tutta la tua anima e con tutte le tue forze ».
1. Il cuore qui non sta a indicare l'organo materiale, poiché amare Dio non è un atto del corpo.
Quindi il cuore è qui preso in senso spirituale.
Ma il cuore in senso spirituale è l'anima stessa o qualche sua facoltà.
Era quindi inutile ricordare l'una e l'altra cosa.
2. La forza dell'uomo dipende specialmente dal cuore: sia in senso materiale che in senso spirituale.
Perciò dopo aver detto: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore » era superfluo aggiungere: « e con tutte le tue forze ».
3. In S. Matteo [ Mt 22,37 ] si legge: « con tutta la tua mente », espressione che qui non si trova.
Quindi pare che questo precetto non sia bene enunciato nel Deuteronomio [ Dt 6 ].
Sta l'autorità della Scrittura.
Questo precetto ha redazioni diverse nei vari libri della Scrittura.
Si è visto infatti [ ob. 1 ] che nel Deuteronomio [ Dt 6 ] si riscontrano tre cose: « con tutto il cuore », « con tutta l'anima » e « con tutte le forze ».
Invece in S. Matteo [ Mt 22,37 ] se ne riscontrano due sole: « con tutto il cuore » e « con tutta l'anima », omettendo « con tutte le tue forze »; però si aggiunge: « con tutta la tua mente ».
In S. Marco [ Mc 12,30 ] troviamo poi quattro cose: « con tutto il cuore », « con tutta l'anima », « con tutta la mente » e « con tutta la virtù », o « forza ».
E anche in S. Luca [ Lc 10,27 ] troviamo queste quattro cose: infatti al posto della « forza », o « virtù », troviamo: « con tutte le tue energie ».
Perciò si deve dare una ragione di queste quattro cose: infatti l'omissione di qualcuna di esse in altri passi si spiega col fatto che sono deducibili le une dalle altre.
Si deve quindi notare che l'amore è un atto della volontà, che viene indicata col termine cuore: come infatti il cuore corporeo è il principio di tutti i moti del corpo, così la volontà, specialmente nel suo tendere al fine ultimo, che è l'oggetto della carità, è il principio di tutti i moti dello spirito.
D'altra parte i princìpi degli atti mossi dalla volontà sono tre, cioè: l'intelletto, indicato dalla mente, le potenze appetitive inferiori, indicate dall'anima, e la potenza esecutiva esteriore, indicata dalla forza, dalla virtù o dalle energie.
Ci viene perciò comandato di far sì che la nostra intenzione si volga a Dio tutta intera, da cui l'espressione « con tutto il cuore »; che il nostro intelletto si sottometta a Dio, da cui le parole « con tutta la mente »; che i nostri appetiti siano regolati secondo Dio, per cui si dice « con tutta l'anima », e che infine i nostri atti esterni obbediscano a Dio, il che equivale ad amarlo « con tutte le nostre forze », « virtù » o « energie ».
Tuttavia il Crisostomo [ Op. imp. in Mt hom. 42 ] spiega in modo inverso i due termini cuore e anima.
- S. Agostino invece riferisce il cuore al pensiero, l'anima alla vita e la mente all'intelletto.
- Altri poi [ Glossa interlin. su Mt 22,37 ] spiegano così: « con tutto il cuore », cioè con tutto l'intelletto; « con tutta l'anima », cioè con tutta la volontà; « con tutta la mente », cioè con tutta la memoria.
- Oppure, stando a S. Gregorio Nisseno [ De hom opif. 8 ], il cuore indicherebbe l'anima vegetativa, l'anima quella sensitiva, la mente quella intellettiva: poiché noi dobbiamo riferire a Dio la nutrizione, le sensazioni e i pensieri.
Sono così risolte anche le obiezioni.
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