Summa Teologica - II-II |
In 3 Sent., d. 9, q. 1, a. 3, sol. 3, ad 3; In 1 Tim., c. 2, lect. 2
Pare che l'adorazione non richieda un luogo determinato.
1. Nel Vangelo [ Gv 4,21 ] si legge: « Viene l'ora in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre ».
E la stessa ragione pare valere anche per gli altri luoghi.
Quindi per adorare non si richiede un luogo determinato.
2. L'adorazione esterna è ordinata a quella interna.
Ma l'adorazione interna è rivolta a Dio in quanto esistente ovunque.
Quindi anche l'adorazione esterna non richiede un luogo determinato.
3. Nel nuovo e nell'antico Testamento viene adorato il medesimo Dio.
Ma nell'antico Testamento si adorava rivolti a occidente: infatti la porta del tabernacolo guardava a oriente, come si legge nell'Esodo [ Es 26,18ss ].
Quindi per lo stesso motivo anche oggi, se si richiede una determinazione di luogo, bisogna adorare rivolti a occidente.
Nel Vangelo [ Lc 19,46 ] si citano le parole di Isaia [ Is 56,7 ]: « La mia casa sarà una casa di preghiera ».
Come si è già notato [ a. prec. ], nell'adorazione l'elemento principale è la devozione interiore dell'anima, mentre quello secondario è legato a dei segni corporei.
Ora, l'anima concepisce certamente Dio come non coartabile a un luogo particolare, ma i segni esterni corporei devono necessariamente concretarsi in luoghi e siti determinati.
Quindi la determinazione di luogo non è richiesta all'adorazione come elemento principale e necessario, ma come un elemento di convenienza, cioè alla pari degli altri segni corporei.
1. Il Signore con quelle parole preannunziava la fine dell'adorazione sia secondo il rito dei Giudei, che adoravano in Gerusalemme, sia secondo il rito dei Samaritani, che adoravano sul monte Garizim.
Infatti entrambi i riti cessarono con la venuta della verità spirituale del Vangelo grazie alla quale, secondo le parole di Malachia [ Ml 1,11 ], « il sacrificio viene offerto a Dio in ogni luogo ».
2. La scelta di un luogo determinato per adorare non viene fatta in rapporto a Dio, quasi che egli vi sia racchiuso, ma in rapporto a quelli che lo adorano.
E ciò per tre motivi.
Primo, per la consacrazione del luogo, che fa concepire agli oranti la devozione spirituale, per cui più facilmente vengono esauditi: come è evidente nell'adorazione di Salomone [ 1 Re 8 ].
- Secondo, per i misteri sacri e gli altri segni di santità che là sono contenuti.
- Terzo, per il concorso di molti adoratori, che rende la preghiera più degna di essere esaudita.
Poiché nel Vangelo [ Mt 18,20 ] si legge: « Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro ».
3. Noi adoriamo verso oriente per ragioni di convenienza.
Primo, perché nel moto dei cieli che parte dall'oriente abbiamo un indizio o manifestazione della maestà divina.
- Secondo, perché il Paradiso terrestre, stando al testo dei Settanta [ Gen 2,8 ], era collocato a oriente: e noi quasi cerchiamo di rientrarvi [ con la preghiera ].
- Terzo, a motivo di Cristo, che è « la luce del mondo » [ Gv 8,12; Gv 9,5 ] e da Zaccaria [ Zc 6,12 ] è chiamato « Oriente »; che « è salito al cielo dei cieli verso oriente » [ Sal 68,34 ] e la cui venuta è attesa dall'oriente, stando al testo di S. Matteo [ Mt 24,27 ]: « Come la folgore viene da oriente e brilla fino all'occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo ».
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