Summa Teologica - II-II |
Supra, q. 81, a. 7; In 3 Sent., d. 9, q. 1, a. 3, sol. 3
Pare che l'adorazione non implichi un atteggiamento del corpo.
1. Nel Vangelo [ Gv 4,23 ] si legge: « I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità ».
Ora, ciò che si fa in spirito è senza rapporto con gli atteggiamenti corporali.
Quindi l'adorazione non implica un atteggiamento del corpo.
2. Il termine adorazione viene da orazione.
Ma l'orazione consiste principalmente in un atto interno, secondo l'espressione di S. Paolo [ 1 Cor 14,15 ]: « Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l'intelligenza ».
Quindi l'adorazione implica soprattutto un atto spirituale.
3. Gli atti del corpo appartengono alla conoscenza sensitiva.
Ma Dio non lo raggiungiamo con i sensi del corpo, bensì con quelli della mente.
L'adorazione quindi non implica un atto o un atteggiamento del corpo.
Spiegando quel passo dell'Esodo [ Es 20,5 ]: « Non li adorerai e non presterai loro un culto », la Glossa [ ord. di Orig. ] aggiunge: « Non presterai un culto con l'affetto, e non li adorerai esternamente ».
Come dice il Damasceno [ De fide orth. 4,12 ], « essendo noi composti di una duplice natura, cioè intellettiva e sensitiva », dobbiamo offrire a Dio una duplice adorazione: quella spirituale, che consiste nell'interna devozione dell'anima, e quella corporale, che consiste nell'esterna umiliazione del corpo.
E poiché in tutti gli atti di religione ciò che è esterno si riallaccia al sentimento interno come all'elemento principale, così anche l'adorazione esterna viene fatta in funzione di quella interiore: in modo cioè che i segni esterni di umiltà siano fatti per eccitare il nostro affetto a sottomettersi a Dio, essendo a noi connaturale raggiungere le realtà intelligibili attraverso quelle sensibili.
1. Anche l'adorazione esterna può essere fatta in ispirito, in quanto deriva dalla devozione spirituale, e ad essa è ordinata.
2. Come l'orazione, secondo le spiegazioni date [ q. 83, a. 12 ], prima è nella mente e poi viene espressa con le parole, così anche l'adorazione consiste principalmente in un interiore ossequio verso Dio, ma secondariamente si estrinseca in certi segni corporali di umiltà: così pieghiamo le ginocchia per esprimere la nostra miseria di fronte a Dio, e ci prostriamo come per confessare che da noi stessi siamo nulla.
3. Sebbene non possiamo raggiungere Dio con i sensi, tuttavia con i segni sensibili la nostra mente è invitata a tendere a lui.
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