Summa Teologica - II-II |
Pare che le decime non vadano date ai chierici.
1. Nell'antico Testamento ai Leviti erano date le decime poiché non usufruivano dei possessi come il resto del popolo [ Nm 18,23s ].
Ma nel nuovo Testamento i chierici possono avere dei possessi, sia patrimoniali, in certi casi, sia ecclesiastici.
Inoltre essi ricevono le primizie e le offerte per i vivi e per i morti.
Quindi è troppo dare ad essi anche le decime.
2. Talora capita che uno abbia il domicilio in una parrocchia e i campi che coltiva in un'altra; ci sono poi dei pastori che in una parte dell'anno pascolano il gregge entro i confini di una parrocchia e nell'altra parte dell'anno entro i confini di un'altra; oppure che hanno l'ovile in una parrocchia e i pascoli in un'altra.
Ora, in casi come questi non è possibile determinare i chierici a cui vanno pagate le decime.
Quindi non pare che le decime vadano pagate a determinati membri del clero.
3. È consuetudine generale in certi paesi che i militari ricevano in feudo dalla Chiesa la riscossione delle decime.
E così pure ci sono dei religiosi che ricevono le decime.
Perciò non pare che le decime siano dovute soltanto ai chierici in cura d'anime.
Sta scritto [ Nm 18,21 ]: « Ai figli di Levi io dò in possesso tutte le decime in Israele per il servizio che fanno, il servizio della tenda del convegno ».
Ma nel nuovo Testamento ai figli di Levi sono succeduti i chierici.
Quindi le decime sono dovute soltanto ai chierici.
Nelle decime si devono considerare due cose: il diritto di riscuoterle e i beni stessi che vengono offerti come decime.
Ora, il diritto di riscuotere le decime è spirituale: esso infatti deriva dal diritto che hanno i ministri dell'altare ai frutti del proprio ministero, per cui « a chi semina i beni spirituali sono dovuti dei beni materiali » [ 1 Cor 9,11 ]; e ciò spetta soltanto ai chierici in cura d'anime.
Quindi essi soli hanno questo diritto.
- Invece i beni che vengono offerti come decime sono di ordine materiale.
Di essi perciò può usufruire chiunque.
E così possono essere ceduti anche ai laici.
1. Nella legge antica c'erano delle decime particolari per soccorrere i poveri, come si è visto [ a. 1, ad 4 ].
Invece nella legge nuova le decime non vengono date ai chierici soltanto per il loro sostentamento, ma anche perché si provveda con esse al soccorso dei poveri.
Esse quindi non sono eccessive: poiché per tale scopo sono necessari, con le decime, anche i possessi ecclesiastici, le oblazioni e le primizie.
2. Le decime personali sono dovute alla chiesa della parrocchia in cui uno abita.
- Invece le decime prediali è più ragionevole che siano attribuite alla chiesa entro i cui confini si trovano i possessi.
Le leggi però stabiliscono che in ciò si segua la consuetudine già introdotta.
- Il pastore poi che secondo le stagioni pasce il gregge in due diverse parrocchie, deve pagare proporzionalmente le decime all'una e all'altra chiesa.
E poiché i proventi del gregge derivano dal pascolo, la decima di un gregge è dovuta più alla chiesa nel cui territorio esso pascola che non a quella nel cui territorio ha l'ovile.
3. La Chiesa, come ha il potere di dare a un laico i beni ricevuti a titolo di decime, così ha anche il potere di cedergli la facoltà di riscuoterli, pur restando riservato ai ministri della Chiesa il diritto della riscossione.
E ciò sia per le necessità della Chiesa, come pare siano state date certe decime in feudo a dei soldati, sia per soccorrere i poveri, come le decime concesse in elemosina a certi religiosi laici, o senza cura d'anime.
Alcuni religiosi tuttavia hanno il diritto di riscuotere le decime essendo in cura d'anime.
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