Summa Teologica - II-II |
Pare che giurare non sia un atto di religione, o latria.
1. Gli atti di latria hanno per oggetto delle cose sacre e divine.
Invece i giuramenti, come fa rilevare l'Apostolo [ Eb 6,16 ], servono per definire le controversie umane.
Quindi giurare non è un atto di religione, o latria.
2. Come scrive Cicerone [ De invent. 2,53 ], la religione ha il compito di « offrire a Dio un culto ».
Ora, colui che giura non offre nulla a Dio, ma piuttosto chiama Dio come testimone.
Perciò giurare non è un atto di religione.
3. Il fine della religione, o latria, è di prestare ossequio a Dio.
Ma non è questo il fine del giuramento, che è invece quello di confermare delle parole.
Quindi giurare non è un atto di religione.
Sta scritto [ Dt 6,13 ]: « Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome ».
Ora, qui si parla del servizio di latria.
Quindi giurare è un atto di latria.
Come appare dalle spiegazioni date [ a. 1 ], chi giura invoca la testimonianza di Dio per confermare quanto dice.
Ora, la conferma non si può avere che mediante cose più certe e superiori.
Quindi per il fatto stesso che un uomo giura per Dio confessa che Dio è superiore, inquantoché la sua veracità è indefettibile e la sua conoscenza universale: e così in certo qual modo egli offre un ossequio a Dio.
Per cui l'Apostolo [ Eb 6,16 ] afferma che « gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro ».
E S. Girolamo [ In Mt 1, su 5,34ss ] nota che « colui il quale giura, o venera o ama la persona per cui giura ».
Inoltre il Filosofo [ Met. 1,3 ] scrive che « il giuramento è onorabilissimo ».
Ma l'ossequio verso Dio spetta alla virtù di religione, o latria.
È quindi evidente che il giuramento è un atto di religione, o latria.
1. Nel giuramento vanno considerate due cose: la testimonianza invocata, e questa è una cosa divina, e l'oggetto che essa conferma, o che rende necessaria tale conferma, e che è invece qualcosa di umano.
Ora, il giuramento è un atto di religione quanto alla prima cosa, non quanto alla seconda.
2. Per il fatto che uno col giuramento prende Dio per testimone confessa la sua grandezza: il che è un atto di ossequio verso Dio.
E così si offre qualcosa a Dio, cioè l'ossequio e l'onore.
3. Tutto ciò che facciamo lo dobbiamo compiere per l'onore di Dio.
E così nulla ci impedisce di rendere onore a Dio nell'atto in cui intendiamo certificare un uomo.
Infatti nel compiere qualcosa per l'onore di Dio dobbiamo agire in modo da farne scaturire un vantaggio per il prossimo: poiché anche Dio opera per la sua gloria e per la nostra utilità.
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