Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se l'ironia sia un peccato meno grave della millanteria

In 4 Ethic., lect. 15

Pare che l'ironia non sia un peccato meno grave della millanteria.

Infatti:

1. L'una e l'altra sono peccato in quanto si scostano dalla verità, che consiste in un'adeguazione.

Ma da un'adeguazione chi esagera non si scosta più di chi sminuisce.

Quindi l'ironia non è un peccato meno grave della millanteria.

2. Come dice il Filosofo [ Ethic. 4,7 ], c'è dell'ironia che è millanteria.

Invece la millanteria non è mai ironia.

Perciò quest'ultima è un peccato più grave della millanteria.

3. Nei Proverbi [ Pr 26,25 ] si legge: « Quando fa la voce sommessa non ti fidare, perché egli ha sette abomini nel cuore ».

Ma parlare sommessamente rientra nell'ironia.

Quindi si riscontra in quest'ultima un'abominazione multiforme.

In contrario:

Il Filosofo [ l. cit. ] sostiene che « gli ironici, dicendo meno del vero, appaiono più simpatici nei loro costumi ».

Dimostrazione:

Come si è già visto [ q. 110, aa. 2,4 ], una menzogna può essere più grave di un'altra o per la materia di cui tratta - infatti la menzogna in materia di religione è quella più grave -, oppure per il motivo che spinge a mentire - infatti la bugia dannosa è più grave di quella ufficiosa e di quella giocosa -.

Ora, l'ironia e la millanteria dicono bugie, a parole o a fatti, sulla stessa materia, cioè sulla condizione della persona che parla.

Perciò da questo lato esse sono alla pari.

Ma ordinariamente la millanteria deriva da un motivo più riprovevole, cioè dalla brama del guadagno o degli onori, mentre l'ironia deriva dal fuggire, sia pure in modo peccaminoso, il fatto di essere di peso agli altri con la propria arroganza.

Per questo il Filosofo [ l. cit. ] dice che la millanteria è un peccato più grave dell'ironia.

- Tuttavia può capitare che uno finga di sottovalutare se stesso per altri motivi, per es. al fine di tendere insidie con l'inganno.

E allora è più grave l'ironia.

Analisi delle obiezioni:

1. L'argomento vale per l'ironia e la millanteria in quanto la loro menzogna viene considerata in se stessa, oppure in rapporto alla sua materia.

Da questo lato infatti, come si è visto [ nel corpo ], esse sono alla pari.

2. Ci sono due tipi di grandezza: l'una consiste nei beni temporali, l'altra in quelli spirituali.

Ora, può capitare che uno mostri con segni o con parole una minorazione relativa ai beni esterni, p. es. vestendo poveramente, o assumendo atteggiamenti consimili, e con ciò stesso miri a ostentare una certa grandezza spirituale.

Il Signore infatti nel Vangelo [ Mt 6,16 ] rimprovera alcuni perché « si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano ».

Perciò costoro incorrono insieme nel peccato di ironia e di millanteria ( sia pure per motivi diversi ): e per questo peccano più gravemente.

Per cui anche il Filosofo [ l. cit. ] afferma che « l'esagerazione nel troppo poco è anch'essa dei millantatori ».

E di S. Agostino si legge [ Possidio, Vita S. Aug. 22 ] che voleva delle vesti né troppo preziose né troppo misere, poiché nell'una e nell'altra cosa gli uomini cercano la propria gloria.

3. Come dice la Scrittura [ Sir 19,23 Vg ], « c'è chi si umilia maliziosamente, e il suo interno è pieno di inganno ».

Ed è in questo senso che l'autore dei Proverbi condanna chi parla sottovoce per falsa umiltà.

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