Summa Teologica - II-II |
Pare che la materia della studiosità non sia propriamente la conoscenza.
1. Si dice che uno è studioso per il fatto che mette dello studio nel fare certe cose.
Ma un uomo deve mettere dello studio in tutti i campi, per fare bene ciò che deve fare.
Quindi non pare che la conoscenza sia la materia speciale della studiosità.
2. La studiosità è il contrario della curiosità.
Ma la curiosità, che deriva da cura, può riferirsi anche al vestito e ad altre cose riguardanti il corpo, come appare da quel testo di S. Paolo [ Rm 13,14 ]: « Non abbiate cura della carne così da subirne i desideri ».
Perciò la studiosità non riguarda solo la conoscenza.
3. In Geremia [ Ger 6,13 ] si legge: « Tutti, dal piccolo al grande, si applicano studiosamente all'avarizia ».
Ora, l'avarizia non riguarda la conoscenza, ma il possesso delle ricchezze, come si è visto sopra [ q. 118, a. 2 ].
Quindi la studiosità non riguarda propriamente la conoscenza.
Sta scritto [ Pr 27,11 Vg ]: « Applicati, figlio, allo studio della sapienza, e allietami il cuore, affinché tu possa rispondere ».
Ora, la studiosità che viene lodata come virtù è identica a quella raccomandata dalla legge di Dio.
Quindi la studiosità riguarda propriamente la conoscenza.
Lo studio implica soprattutto una forte applicazione della mente a qualcosa.
Ora, l'anima non si applica a una cosa se non la conosce.
E così prima di tutto l'anima si applica alla conoscenza; secondariamente poi si applica a quegli atti a cui l'uomo viene indirizzato da tale conoscenza.
Quindi lo studio riguarda innanzi tutto la conoscenza, e in secondo luogo tutte le altre attività nelle quali abbiamo bisogno di essere diretti dalla conoscenza.
Ora, le virtù hanno come materia propria ciò che forma il loro oggetto primario e principale: come la fortezza i pericoli di morte e la temperanza i piaceri del tatto.
Quindi la studiosità riguarda propriamente la conoscenza.
1. Negli altri campi non è possibile compiere cosa alcuna con accuratezza se non in quanto l'opera viene guidata dalla conoscenza.
Perciò la studiosità riguarda innanzi tutto la conoscenza, qualunque sia la materia a cui ci si voglia applicare.
2. L'affetto porta la mente dell'uomo a considerare con attenzione le cose che premono, secondo le parole evangeliche [ Mt 6,28 ]: « Dov'è il tuo tesoro, là è anche il tuo cuore ».
E poiché l'uomo è attaccatissimo alle cose che giovano alla carne, ne segue che il pensiero dell'uomo si occupa principalmente di esse: egli cioè si industria a provvedere nel miglior modo alla propria carne.
E in base a ciò si parla di curiosità rispetto alle cose della carne, in quanto vi è interessata la conoscenza.
3. L'avarizia aspira al guadagno, per il quale è sommamente necessaria una certa esperienza, o conoscenza, delle cose terrene.
E in questo senso si parla di studio nelle cose riguardanti l'avarizia.
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