Summa Teologica - II-II |
De Verit., q. 12, a. 4
Pare che per la profezia si richieda una predisposizione naturale.
1. La profezia viene a trovarsi in ogni profeta secondo le disposizioni del soggetto che la riceve.
Infatti S. Girolamo [ Glossa ord. ], spiegando l'espressione di Amos [ Am 1,2 ]: « Il Signore ruggisce da Sion », afferma: « È naturale per tutti ricorrere nel fare dei paragoni alle cose di cui si ha esperienza e in mezzo alle quali si è vissuti: i marinai, p. es., paragonano i loro nemici ai venti, e il danno al naufragio.
E così Amos, che era un pastore di pecore, paragona lo sdegno di Dio al ruggito del leone ».
Ma ciò che è ricevuto alla maniera del ricevente richiede una predisposizione naturale.
Quindi la richiede anche la profezia.
2. La contemplazione profetica è superiore a quella della scienza acquisita.
Ora, un'indisposizione naturale può impedire l'esercizio della scienza acquisita: infatti molti per indisposizioni del genere non arrivano a capire i ragionamenti scientifici.
Molto più dunque si richiedono delle buone disposizioni per la contemplazione profetica.
3. Una cattiva disposizione naturale impedisce più di un ostacolo accidentale.
Ora, certi ostacoli accidentali impediscono la contemplazione profetica: infatti S. Girolamo [ Orig., In Nm hom. 6 ] afferma che « nell'atto coniugale lo Spirito Santo si allontana, anche se è un profeta colui che attende al compito della generazione ».
Perciò a maggior ragione impedisce la profezia un'indisposizione naturale.
Quindi per la profezia si richiede una buona disposizione naturale.
S. Gregorio [ In Evang. hom. 30 ] ha scritto: « Lo Spirito Santo riempie di sé un fanciullo che suona la cetra e ne fa un salmista; un pastore che punge i sicomori e ne fa un profeta ».
Quindi non si richiede alcuna predisposizione alla profezia, la quale dipende dalla sola volontà dello Spirito Santo, di cui S. Paolo [ 1 Cor 12,11 ] afferma: « Tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole ».
La profezia vera e propria deriva da un'ispirazione divina, come si è detto [ a. 1 ], mentre quella che deriva da cause naturali non è profezia se non in senso improprio.
Ora, si deve notare che Dio, essendo la causa universale, come per produrre gli effetti materiali non ha bisogno di una materia precedente, o di qualche predisposizione della materia, ma può produrre simultaneamente la materia, la disposizione e la forma, così anche per produrre gli effetti spirituali non richiede alcuna predisposizione, ma con l'effetto spirituale può produrre la disposizione conveniente, quale è richiesta secondo l'ordine naturale.
Inoltre per creazione egli può produrre anche il soggetto: in modo cioè da disporre un'anima alla profezia fin dalla sua creazione, conferendole la grazia corrispondente.
1. È indifferente per la profezia che i suoi dati siano espressi con questo o quel paragone.
Di conseguenza l'impulso divino sul profeta non cambia nulla in questo campo.
Tuttavia la potenza di Dio toglie quanto è incompatibile con la profezia.
2. La speculazione scientifica dipende da cause naturali, e la natura non può agire senza che sia predisposta la materia.
Ma questo non vale per Dio, che è la causa della profezia.
3. Ci sono delle cattive disposizioni che, se non sono rimosse, possono impedire la rivelazione profetica: p. es. se uno fosse del tutto privo della sensibilità naturale.
E così uno può essere impedito dall'esercitare la profezia anche in seguito a una violenta passione di ira, o di concupiscenza, quale si ha nel rapporto sessuale, o per qualsiasi altra passione.
Ora, queste cattive disposizioni naturali sono rimosse dalla potenza divina, che è la causa della profezia.
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