Summa Teologica - II-II |
In 3 Sent., d. 35, q. 1, a. 2, sol. 3
Pare che la vita contemplativa non consista soltanto nella contemplazione di Dio, ma anche nella considerazione di qualsiasi verità.
1. Così il Salmista [ Sal 139,14 ] pregava: « Sono stupende le tue opere, e l'anima mia le conoscerà perfettamente ».
Ma la conoscenza delle opere di Dio si compie con una contemplazione della verità.
Quindi alla vita contemplativa appartiene non solo la verità divina, ma anche la contemplazione di qualsiasi verità.
2. Scrive S. Bernardo [ De consid. 5,14 ] che « il primo grado della contemplazione è ammirare la maestà [ di Dio ], il secondo considerare i suoi giudizi; il terzo ricordare i suoi benefici; il quarto meditare le sue promesse ».
Ma di tutti e quattro questi gradi solo il primo riguarda la verità divina, mentre gli altri riguardano le sue opere.
Perciò la vita contemplativa non consiste soltanto nella considerazione della verità divina, ma anche nella considerazione della verità insita nelle opere di Dio.
3. Riccardo di S. Vittore [ De grat. contempl. 1,6 ] distingue sei tipi di contemplazione: il primo si svolge « mediante la sola immaginativa », quando consideriamo gli esseri materiali; il secondo si attua « nell'immaginativa conforme alla ragione », cioè in quanto consideriamo l'ordine e la disposizione delle realtà sensibili; il terzo si attua « nella ragione secondo l'immaginativa », e si ha quando dalla vista delle realtà sensibili ci solleviamo a quelle invisibili; il quarto si attua « nella ragione secondo la ragione », quando lo spirito mira alle realtà invisibili che l'immaginativa non può conoscere; il quinto è « sopra la ragione », e si ha quando per rivelazione divina conosciamo cose che non sono comprensibili con la ragione umana; il sesto finalmente è « sopra la ragione e al di là della ragione », e si ha quando conosciamo per divina illuminazione cose che paiono ripugnare alla ragione umana, come quelle riguardanti il mistero della Trinità.
Ora, soltanto l'ultimo di questi sei tipi di contemplazione riguarda la verità divina.
Perciò la contemplazione riguarda non soltanto le verità divine, ma anche le verità relative alle creature.
4. Nella vita contemplativa la contemplazione è cercata in quanto perfezione dell'uomo.
Ma qualsiasi verità è una perfezione dell'intelletto umano.
Quindi la vita contemplativa consiste nella contemplazione di una qualsiasi verità.
S. Gregorio [ Mor. 6,37 ] insegna che « nella contemplazione si cerca il principio, che è Dio ».
Come si è già visto [ a. 2 ], una cosa può appartenere alla vita contemplativa in due modi: primo, come elemento primario; secondo, come elemento secondario, ossia come predisposizione.
Ora, come elemento primario appartiene alla vita contemplativa la contemplazione della verità divina: poiché tale contemplazione è il fine di tutta la vita umana.
Infatti S. Agostino [ De Trin. 1,8 ] afferma che « a noi viene promessa la contemplazione di Dio, fine di ogni atto ed eterna perfezione delle nostre gioie ».
E questa sarà perfetta nella vita futura, quando vedremo Dio « a faccia a faccia » [ 1 Cor 13,12 ], per cui saremo perfettamente felici.
Ora invece la contemplazione della verità è possibile imperfettamente, cioè « come in uno specchio, in maniera confusa » [ 1 Cor 13,12 ]: per cui essa ci dà come un inizio della beatitudine, che inizia in questa vita per completarsi nell'altra.
Per cui anche il Filosofo [ Ethic. 10,7 ] pone l'ultima felicità dell'uomo nella contemplazione dell'intelligibile supremo.
Siccome però noi siamo condotti come per mano alla contemplazione di Dio dalle opere divine, secondo l'espressione di S. Paolo [ Rm 1,20 ]: « Le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate nelle opere da lui compiute », di conseguenza anche la contemplazione delle opere divine appartiene quale elemento secondario alla vita contemplativa, in quanto cioè con essa l'uomo viene guidato alla conoscenza di Dio.
Per cui S. Agostino [ De vera relig 29.52 ] afferma che « nella considerazione delle creature non si deve esercitare una vana e passeggera curiosità, ma farne un gradino per salire alle realtà immortali e imperiture ».
Così dunque, stando a quanto si è detto fin qui, alla vita contemplativa appartengono in un certo ordine queste quattro cose:
primo, le virtù morali;
secondo, gli atti dispositivi alla contemplazione;
terzo, la contemplazione delle opere di Dio;
quarto, la contemplazione diretta della verità divina.
1. Davide desiderava la conoscenza delle opere di Dio per essere guidato da esse al Signore.
Altrove [ Sal 143,5s ] infatti egli scrive: « Ripenso a tutte le tue opere, medito sui tuoi prodigi. A te protendo le mie mani ».
2. Dalla considerazione dei giudizi di Dio l'uomo viene indotto a contemplare la divina giustizia, mentre dalla considerazione dei benefici e delle promesse di Dio è portato a conoscere la divina misericordia o bontà, trattandosi di opere di Dio o presenti o future.
3. I sei tipi di contemplazione ricordati designano i gradini con i quali si sale alla contemplazione di Dio attraverso le creature.
Infatti nel primo si ha la percezione delle stesse realtà sensibili;
nel secondo il passaggio dalle realtà sensibili a quelle intelligibili;
nel terzo il giudizio intellettivo sulle realtà sensibili;
nel quarto la considerazione astratta e assoluta degli intelligibili a cui si giunge mediante le realtà sensibili;
nel quinto la contemplazione delle realtà di ordine intellettivo che non possono essere raggiunte partendo dalle realtà sensibili, ma che possono essere comprese con la ragione;
nel sesto la considerazione delle verità di ordine intelligibile che la ragione non può né scoprire né comprendere, e che appartengono alla più alta contemplazione della verità divina, nella quale la contemplazione ha il suo coronamento.
4. La perfezione ultima dell'intelletto umano è la verità divina, e le altre verità lo perfezionano in ordine a tale verità.
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