Summa Teologica - III

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Articolo 8 - Se l'unione e l'assunzione siano la stessa cosa

In 3 Sent., d. 5, q. 1, sol. 3

Pare che l'unione e l'assunzione siano la stessa cosa.

Infatti:

1. Le relazioni, come anche i movimenti, prendono la specie dal loro termine.

Ma unico è il termine dell'assunzione e dell'unione, cioè l'ipostasi divina.

Quindi l'unione e l'assunzione non differiscono tra loro.

2. Nel mistero dell'incarnazione una medesima persona unisce e assume, e una medesima natura viene unita e assunta.

Ma l'unione e l'assunzione sono conseguenti all'azione di chi unisce e alla passione di chi viene unito o assunto.

Quindi l'unione e l'assunzione sono la stessa cosa.

3. Il Damasceno [ De fide orth. 3,11 ] afferma: « Altro è l'unione, altro è l'incarnazione.

L'unione infatti denota solo un congiungimento, ma non ancora il suo termine.

L'incarnazione invece e l'umanazione precisano il termine dell'unione ».

Ma nemmeno la parola « assunzione » esprime il termine dell'unione.

Quindi l'unione e l'assunzione sono la stessa cosa.

In contrario:

La natura divina può dirsi unita, ma non può dirsi assunta.

Dimostrazione:

L'unione, come si è detto [ a. prec. ], comporta una relazione tra la natura divina e l'umana, in quanto esse confluiscono in una sola persona.

Ma ogni relazione che inizia nel tempo nasce da un mutamento.

Ora, un mutamento richiede un'azione e una passione.

Così dunque abbiamo la prima e principale differenza tra l'unione e l'assunzione: l'unione indica la relazione, l'assunzione invece indica l'azione di chi assume o la passione di ciò che è stato assunto.

Da questa differenza ne deriva poi una seconda.

L'assunzione infatti è un divenire, mentre l'unione è un rapporto in atto.

Perciò chi si unisce a un'altra cosa risulta unito con essa, mentre chi assume non si dice che è assunto.

Infatti la natura umana, se viene espressa al concreto col nome uomo, viene indicata come al termine dell'assunzione all'ipostasi divina: per cui è giusto dire che il Figlio di Dio, in quanto unisce a sé la natura umana, è uomo.

Considerata invece in maniera astratta, la natura umana viene indicata come assunta: ora, non si può dire che il Figlio di Dio è la natura umana.

Una terza differenza che ne discende ancora è che la relazione, specialmente quella simmetrica, non si riferisce ai suoi termini in modi diversi, mentre l'azione e la passione si riferiscono diversamente all'agente, al paziente e ai diversi termini.

Per cui l'assunzione sta a indicare distintamente il termine di partenza e quello di arrivo: poiché assumere significa ad se sumere [ trarre a sé ]; la parola « unione » invece non esprime queste precisazioni.

Si dice quindi indifferentemente che la natura umana è unita alla natura divina e viceversa.

Invece non si può dire che la natura divina è stata assunta da quella umana, ma viceversa: poiché la natura umana è stata aggiunta alla persona divina, in modo cioè che la persona divina sussista in essa.

Analisi delle obiezioni:

1. L'unione e l'assunzione non hanno rispetto al termine un rapporto uguale, ma diverso, come si è detto [ nel corpo ].

2. Le espressioni chi unisce e chi assume non sono perfettamente identiche: infatti ogni persona che assume unisce, ma non viceversa.

La persona del Padre, p. es., ha unito la natura umana al Figlio, ma non a sé: per cui si dice che unisce, ma non che assume.

- E similmente non si identificano tra loro ciò che è unito e ciò che è assunto.

La natura divina infatti può dirsi unita, ma non assunta.

3. Il termine assunzione precisa quale sia il soggetto a cui l'assumente unisce la realtà assunta, poiché significa ad se sumptio.

Al contrario i termini incarnazione e umanazione precisano quale sia la realtà assunta, cioè la carne o la natura umana.

Perciò l'assunzione, l'unione, l'incarnazione e l'umanazione differiscono tra loro concettualmente.

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