Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 5, q. 2, a. 2
Pare che assumere non spetti alla natura divina.
1. Si è detto [ a. prec. ] che assumere è come « trarre a sé ».
Ma la natura divina non trasse a sé la natura umana, poiché l'unione non avvenne nella natura, ma nella persona, come si è detto sopra [ q. 2, aa. 1,2 ].
Quindi non spetta alla natura divina assumere la natura umana.
2. La natura divina è comune alle tre persone.
Se dunque l'assunzione spetta alla natura, ne segue che ciò va attribuito alle tre persone.
E così il Padre avrebbe assunto la natura umana come il Figlio.
Il che è falso.
3. Assumere è agire.
Ma agire è proprio della persona, non della natura, che è piuttosto il principio con il quale chi opera agisce.
Assumere dunque non spetta alla natura.
S. Agostino [ Fulg., De fide ad Petrum 2 ] dice: « Quella natura che permane sempre generata dal Padre », che cioè esiste mediante la generazione eterna del Padre, « prese la nostra natura senza il peccato ».
Nella parola assunzione, come si è detto [ a. prec. ], sono indicate due cose: il principio e il termine dell'azione.
Ora, l'essere principio dell'assunzione compete alla natura divina per se stessa, poiché l'assunzione fu fatta per la virtù di tale natura.
Essere invece termine dell'assunzione non compete alla natura divina per se stessa, bensì in ragione della persona divina in cui essa viene considerata.
Diciamo quindi che in senso primario e assolutamente proprio assumere è della persona, ma in senso secondario si può dire che anche la natura assume per la sua propria persona un'altra natura.
E in questo senso si parla anche di natura [ divina ] incarnata: non come se si fosse convertita in carne, ma in quanto assunse la natura della carne.
Perciò il Damasceno [ De fide orth. 3,6 ] afferma: « Noi diciamo, secondo i santi Atanasio e Cirillo, che la natura di Dio si è incarnata ».
1. Quel « sé » è un pronome riflessivo, e indica l'identità del supposito [ in una data operazione ].
Ora, la natura divina non differisce per il supposito dalla persona del Verbo.
Perciò in quanto la natura divina assume la natura umana alla persona del Verbo, si può dire che l'assume a sé.
Invece il Padre, sebbene assuma [ come causa ] la natura umana alla persona del Verbo, non per questo l'assume a sé, poiché il supposito del Padre e quello del Verbo non coincidono.
Quindi, propriamente parlando, non si può dire che il Padre assume la natura umana.
2. Ciò che spetta alla natura divina per se stessa, spetta alle tre persone: come la bontà, la sapienza e gli attributi consimili.
L'assumere invece le spetta in ragione della persona del Verbo, come si è detto [ nel corpo ].
Perciò l'assumere è proprio di quella sola persona.
3. Come il soggetto sussistente si identifica in Dio con l'essenza, così anche il soggetto operante si identifica con il principio dell'operazione: poiché ogni soggetto agisce in quanto è un ente.
Quindi la natura divina è il principio per cui Dio opera ed è lo stesso Dio operante.
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