Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 2, q. 2, a. 3; C. G., IV, c. 44
Pare che il corpo di Cristo sia stato assunto dal Verbo prima di essere unito all'anima.
1. Raccomanda S. Agostino [ Fulg., De fide ad Petrum 18 ]: « Ritieni fermissimamente, senza ombra di dubbio, che la carne di Cristo non fu concepita nel seno della Vergine separata dalla divinità prima di essere assunta dal Verbo ».
Ma il corpo di Cristo pare che sia stato concepito prima di essere unito all'anima razionale, poiché la disposizione della materia precede, in via di generazione, la forma specifica.
Quindi il corpo di Cristo fu assunto prima di essere unito all'anima.
2. Come l'anima è una parte della natura umana, così anche il corpo.
Ma l'anima umana non ebbe in Cristo un principio di esistenza diverso da quello degli altri uomini, come risulta dal testo sopra citato [ a. prec. ] del Papa S. Leone.
Quindi neppure il corpo di Cristo cominciò a esistere in modo diverso dal nostro.
In noi però la carne viene concepita prima dell'esistenza dell'anima razionale.
Perciò fu così anche per Cristo.
Quindi la sua carne fu assunta dal Verbo prima dell'unione con l'anima.
3. Come si legge nel libro De causis [ 1 ], « la causa prima agisce sull'effetto più della causa seconda, e prima di essa si congiunge all'effetto ».
Ma l'anima di Cristo sta al Verbo come la causa seconda sta alla causa prima.
Quindi il Verbo si unì al corpo prima dell'anima.
Il Damasceno [ De fide orth. 3,2 ] scrive: « Nel medesimo istante il Verbo di Dio si fece carne, la carne ebbe un'anima, l'anima fu razionale e intellettuale ».
Perciò l'unione del Verbo con il corpo non prevenne l'unione di questo con l'anima.
Il corpo umano è assumibile dal Verbo per il rapporto in cui sta con l'anima razionale, che è la sua forma.
Ma tale rapporto non lo ha prima di ricevere l'anima razionale, poiché non appena la materia viene disposta a una forma, subito riceve quella forma: per cui in un medesimo istante giunge a compimento l'alterazione preparatoria e viene introdotta la forma sostanziale.
Quindi il corpo non doveva essere assunto prima di essere un corpo umano, il che avvenne al momento dell'infusione dell'anima razionale.
Come dunque l'anima non fu assunta prima del corpo, essendo innaturale per l'anima esistere prima dell'unione con esso, così il corpo non doveva essere assunto prima dell'anima, non essendo esso un corpo umano prima di avere l'anima razionale.
1. Il corpo umano riceve l'esistenza per mezzo dell'anima.
Quindi prima dell'infusione dell'anima non è un corpo umano, ma può avere una disposizione al corpo umano.
Tuttavia nella concezione di Cristo lo Spirito Santo, che è un agente di potenza infinita, conferì in un medesimo istante alla materia sia la disposizione che la perfezione.
2. La forma conferisce la specificazione in atto, la materia invece ha di per sé con la specificazione un rapporto potenziale.
Sarebbe quindi innaturale per la forma preesistere alla specie che si costituisce in forza dell'unione della forma con la materia, mentre non è innaturale per la materia preesistere alla specie.
Conseguentemente la dissomiglianza tra Cristo e noi nell'origine, in quanto cioè il nostro corpo, a differenza di quello di Cristo, viene concepito prima che animato, e viene concepito attraverso il seme virile, non riguarda il costitutivo della natura, ma ciò che lo precede.
Invece una differenza relativa all'origine dell'anima implicherebbe una differenza di natura.
3. Se consideriamo il Verbo di Dio nel suo comune modo di essere in tutte le creature per essenza, potenza e presenza, allora egli è unito al corpo prima che all'anima: però secondo una priorità non di tempo, ma di natura.
Infatti il corpo, prima di essere animato dall'anima, è un ente derivato dal Verbo.
Se invece consideriamo l'unione ipostatica, allora il corpo è unito all'anima prima che al Verbo, poiché il corpo diventa unibile ipostaticamente al Verbo mediante la sua unione con l'anima, specialmente se pensiamo che la persona non si trova che in una natura razionale.
Indice |