Summa Teologica - III |
Supra, q. 3, a. 4, ad 3; In 3 Sent., d. 10, q. 2, a. 1, sol. 2, 3
Pare che l'adozione non convenga a tutta la Trinità.
1. Si parla di adozione divina per analogia con quella umana.
Ma tra gli uomini può adottare soltanto chi può generare, il che in Dio è proprio del Padre.
Quindi solo il Padre può adottare.
2. Gli uomini con l'adozione divina divengono fratelli di Cristo, secondo le parole di S. Paolo [ Rm 8,29 ]: « Affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli ».
Ma si dicono fratelli i figli di un medesimo padre; per cui anche il Signore [ Gv 20,17 ] dice: « Ascendo al Padre mio e Padre vostro ».
Quindi solo il Padre di Cristo ha dei figli adottivi.
3. Scrive l'Apostolo [ Gal 4,4ss ]: « Dio mandò il suo Figlio perché ricevessimo l'adozione a figli di Dio.
E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei vostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: "Abbà, Padre" ».
Quindi adottare è di chi ha il Figlio e lo Spirito Santo.
Ma ciò appartiene solo alla persona del Padre.
Quindi adottare spetta solo alla persona del Padre.
Ci può adottare per figli colui che possiamo chiamare Padre, come scrive S. Paolo [ Rm 8,15 ]: « Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre" ».
Ma quando diciamo a Dio: « Padre nostro », l'espressione riguarda tutta la Trinità, come accade anche per gli altri nomi che vengono dati a Dio in relazione alle creature, secondo quanto si è visto nella Prima Parte [ q. 33, a. 3, ob. 1 ].
L'adozione dunque conviene a tutta la Trinità.
Tra un figlio adottivo di Dio e il suo Figlio naturale c'è questa differenza, che il figlio naturale di Dio è « generato, non fatto », mentre il figlio adottivo è fatto, come dice il Vangelo [ Gv 1,12 ]: « Diede loro il potere di essere fatti figli di Dio ».
Si dice però talvolta che anche i figli adottivi sono generati, a motivo della rigenerazione spirituale, che è gratuita e non naturale, come nota S. Giacomo [ Gc 1,18 ]: « Di sua volontà egli ci ha generati con una parola di verità ».
Ora, sebbene la generazione in Dio sia propria del Padre, tuttavia ogni effetto prodotto nel creato è comune a tutta la Trinità, data l'unità di natura: poiché dove c'è una sola natura c'è necessariamente una sola virtù operativa e una sola operazione, per cui il Signore [ Gv 5,19 ] afferma: « Quello che fa il Padre, anche il Figlio lo fa ».
Perciò l'adottare gli uomini come figli di Dio conviene a tutta la Trinità.
1. Le persone umane non hanno numericamente la stessa natura, così da avere in comune un'unica operazione e un unico effetto, come avviene in Dio.
Perciò sotto questo aspetto il paragone non regge.
2. Con l'adozione noi diveniamo fratelli di Cristo e abbiamo con lui uno stesso Padre, il quale però è Padre di Cristo e Padre nostro in due modi diversi.
Per cui esplicitamente il Signore [ Gv 20,17 ] distingue tra « il Padre mio » e « il Padre vostro ».
Infatti è Padre di Cristo con la generazione naturale che a lui è propria, ed è Padre nostro perché compie volontariamente opere che sono comuni a lui e al Figlio e allo Spirito Santo.
Perciò Cristo non è come noi figlio di tutta la Trinità.
3. Come si è detto [ a. prec., ad 2 ], la filiazione adottiva è una certa somiglianza della filiazione eterna, come tutte le realtà temporali sono una certa somiglianza di quelle eterne.
Ora, l'uomo viene ad assomigliare allo splendore del Figlio eterno per mezzo della luce della grazia, che è appropriata allo Spirito Santo.
Di conseguenza l'adozione, pur essendo comune a tutta la Trinità, viene appropriata al Padre come all'autore, al Figlio come all'esemplare, allo Spirito Santo come a colui che imprime in noi la somiglianza di questo esemplare.
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