Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 10, q. 2, a. 2, sol. 1, 2
Pare che non soltanto la creatura razionale possa essere adottata.
1. È solo per adozione che Dio viene detto Padre della creatura razionale.
Ma Dio viene detto Padre anche della creatura irrazionale, come si legge nella Scrittura [ Gb 38,28 ]: « Chi è il Padre della pioggia? O chi ha generato le stille della rugiada? ».
Quindi non è solo la creatura razionale che può essere adottata.
2. È per adozione che alcuni sono detti figli di Dio.
Ma la Scrittura [ Gb 1,6 ] attribuisce specialmente agli angeli di essere figli di Dio: leggiamo infatti che « un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore ».
Quindi l'adozione non è una proprietà della creatura razionale.
3. Ciò che è proprio di una natura appartiene a tutti i suoi individui: come la risibilità è comune a tutti gli uomini.
Ma l'adozione non è di tutti gli uomini.
Quindi non è propria della natura umana.
I figli adottivi sono « eredi di Dio », come insegna S. Paolo [ Rm 8,17 ].
Ma tale eredità conviene soltanto alla creatura razionale.
Quindi l'adozione compete solo alla creatura razionale.
Come si è detto [ a. 1, ad 2 ], la filiazione adottiva è una certa somiglianza di quella naturale.
Ma il Figlio di Dio procede naturalmente dal Padre quale Verbo intellettuale, essendo una sola cosa con il Padre.
Quindi una creatura può avere una somiglianza col Verbo in tre modi.
Primo, quanto alla forma, a prescindere dall'intellettualità: come la struttura di una casa riproduce esternamente il verbo mentale o idea dell'architetto, ma non lo riproduce come forma intelligibile, poiché la forma della casa nella materia non è intelligibile come lo era nella mente dell'architetto.
E in questo senso tutte le creature assomigliano al Verbo eterno, essendo state fatte per mezzo di lui.
- Secondo, ci può essere somiglianza fra la creatura e il Verbo non solo quanto alla forma, ma anche quanto alla sua intellettualità: come la scienza che si va formando nella mente del discepolo assomiglia al verbo che è nella mente del maestro.
E in questo senso la creatura razionale assomiglia al Verbo anche quanto alla sua stessa natura.
- Terzo, ci può essere somiglianza fra la creatura e il Verbo eterno quanto all'unità di esso con il Padre, unità che si attua nella creatura mediante la grazia e la carità; per cui il Signore [ Gv 17,21s ] prega: « Che siano in noi una cosa sola, come lo siamo noi stessi ».
Ed è quest'ultima somiglianza che costituisce l'adozione: poiché l'eredità eterna spetta a coloro che hanno tale somiglianza.
È chiaro dunque che l'essere adottato compete solo alle creature razionali; non a tutte però, ma solo a quelle che hanno la carità.
E questa « viene riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo » [ Rm 5,5 ].
Perciò si dice che lo Spirito Santo è « lo Spirito dei figli adottivi » [ Rm 8,15 ].
1. Dio è detto Padre delle creature irrazionali non per adozione, ma per creazione, secondo il primo grado di somiglianza.
2. Gli angeli sono chiamati figli di Dio per adozione non perché questa sia una loro prerogativa, ma perché sono stati adottati per primi in ordine di tempo.
3. L'adozione non è una dote naturale, ma un effetto della grazia di cui la natura razionale è capace.
Per cui non segue che ogni creatura razionale sia adottata, ma solo che è capace di esserlo.
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