Summa Teologica - III |
In 3 Sent., d. 19, q. 1, a. 5, sol. 3; In 4 Sent., d. 48, q. 1, a. 2; In Gal., c. 3, lect. 7; In 1 Tim., c. 2, lect. 1
Pare che essere mediatore fra Dio e gli uomini non sia una proprietà esclusiva di Cristo.
1. Il sacerdote e il profeta sono mediatori fra Dio e gli uomini, come si rileva dal Deuteronomio [ Dt 5,5 ]: « Io stavo allora isolato e intermediario tra Dio e voi ».
Ora, non è esclusivo di Cristo essere sacerdote e profeta.
Quindi neppure essere mediatore.
2. Ciò che può convenire agli angeli buoni e cattivi non può essere esclusivo di Cristo.
Ma la mediazione fra Dio e gli uomini conviene agli angeli buoni, secondo Dionigi [ De div. nom. 4 ].
E conviene anche agli angeli cattivi, o demoni, nel senso che essi hanno qualcosa di comune con Dio, cioè « l'immortalità », e qualcosa di comune con gli uomini, cioè « la capacità di soffrire, e perciò la miseria », come spiega S. Agostino [ De civ. Dei 9, cc. 13,15 ].
Quindi essere mediatore fra Dio e gli uomini non è esclusivo di Cristo.
3. Il mediatore ha l'ufficio di intercedere presso una persona a favore di un'altra.
Ma « lo Spirito Santo intercede per noi con gemiti inesprimibili presso Dio », come attesta S. Paolo [ Rm 8,26 ].
Quindi lo Spirito Santo è mediatore fra Dio e gli uomini.
Ciò pertanto non è proprio di Cristo.
L'Apostolo [ 1 Tm 2,5 ] afferma che « uno solo è il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù »
L'ufficio proprio del mediatore è di unire coloro presso i quali egli esercita questa funzione: infatti gli estremi si uniscono nel punto intermedio.
Ma unire perfettamente fra loro gli uomini e Dio è opera di Cristo, che ha riconciliato gli uomini con Dio, secondo le parole di S. Paolo [ 2 Cor 5,19 ]: « È stato Dio a riconciliare a sé il mondo in Cristo ».
Perciò solo Cristo è il mediatore perfetto fra Dio e gli uomini, in quanto con la sua morte ha riconciliato con Dio il genere umano.
Per cui l'Apostolo, dopo aver detto che « uno solo è il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù », aggiunge [ 1 Tm 2,6 ]: « che ha dato se stesso in riscatto per tutti ».
Nulla proibisce però che altri possano essere detti mediatori fra Dio e gli uomini sotto un certo aspetto, in quanto cioè cooperano a tale unione in modo dispositivo o ministeriale.
1. I profeti e i sacerdoti dell'antica legge furono detti mediatori fra Dio e gli uomini in maniera dispositiva e ministeriale, in quanto cioè prefiguravano e rappresentavano il mediatore vero e perfetto fra Dio e gli uomini.
- I sacerdoti della nuova legge possono dirsi invece mediatori fra Dio e gli uomini in quanto sono ministri del vero mediatore quali suoi vicari, conferendo agli uomini i sacramenti della salvezza.
2. Come precisa S. Agostino [ De civ. Dei 9,13 ], non è esatto chiamare gli angeli buoni mediatori fra Dio e gli uomini.
« Avendo essi infatti in comune con Dio la beatitudine e l'immortalità e nulla in comune con gli uomini, che sono miseri e mortali, come non considerarli distanti dagli uomini e vicini a Dio, piuttosto che intermediari fra i due estremi? ».
Dionigi tuttavia li chiama mediatori perché secondo il grado della loro natura sono al di sotto di Dio e al di sopra degli uomini.
Ed esercitano anche l'ufficio di mediatori, ma non come mediatori principali e perfetti, bensì in modo ministeriale e dispositivo, come sottolinea il Vangelo [ Mt 4,11 ] quando dice che a Cristo « si accostarono degli angeli e lo servivano ».
Quanto poi ai demoni, essi hanno l'immortalità in comune con Dio e l'infelicità in comune con gli uomini.
« Ed è per questo che il demonio immortale e infelice si intromette come mediatore, per impedirci di giungere all'immortalità beata» e trascinarci invece nell'infelicità eterna.
È dunque « un mediatore cattivo, che separa gli amici » [ De civ. Dei 9, cc. 13,15 ].
Cristo invece ebbe in comune con Dio la beatitudine e con gli uomini la mortalità.
Perciò « si interpose quale mediatore affinché mediante la sua morte potesse rendere immortali i morti dandone una prova nella sua risurrezione, e rendere i miseri beati di quella beatitudine da cui egli non si era mai separato ».
È dunque « il mediatore buono che riporta la pace tra i nemici » [ De civ. Dei 9, cc. 13,15 ].
3. Lo Spirito Santo, essendo in tutto uguale a Dio, non può essere detto medio o mediatore fra Dio e gli uomini: ciò spetta invece solo a Cristo il quale, pur essendo « per la divinità uguale al Padre », tuttavia « per l'umanità è minore del Padre » [ Atanas., Symb. ], come si è detto [ q. 20, a. 1 ].
Per cui, spiegando l'affermazione di S. Paolo [ Gal 3,20 ]: « Cristo è mediatore », la Glossa [ P. Lomb. ] aggiunge: « non già il Padre o lo Spirito Santo ».
Si dice poi che lo Spirito Santo « intercede per noi » in quanto ci fa pregare.
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