Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se la Beata Vergine sia stata mondata dall'infezione del fomite

Infra, a. 4, ad 1; a. 5, ad 2; In 3 Sent., d. 3, q. 1, a. 2, sol. 1; expos. 1; Comp. Theol., cc. 224, 225; In Ier., c. 1

Pare che la Beata Vergine non sia stata mondata dall'infezione del fomite.

Infatti:

1. Come sono pena del peccato originale la morte e le altre penalità corporali, così è pena del peccato originale il fomite, che consiste nella ribellione delle facoltà inferiori contro la ragione.

Ma la Beata Vergine fu soggetta a questi mali.

Quindi neppure fu liberata totalmente dal fomite.

2. « La virtù si manifesta pienamente nella debolezza », ha scritto S. Paolo [ 2 Cor 12,9 ] parlando della debolezza del fomite, che gli faceva sentire « lo stimolo della carne » [ 2 Cor 12,7 ].

Ma nulla di quanto spetta alla perfezione della virtù può essere negato alla Beata Vergine.

Quindi non le doveva essere completamente sottratto il fomite.

3. S. Giovanni Damasceno [ De fide orth. 3,2 ] afferma che nella Beata Vergine « venne lo Spirito Santo a purificarla » prima che concepisse il Figlio di Dio.

Il che non può essere inteso se non della purificazione dal fomite: ella infatti non aveva peccati attuali, come dice S. Agostino [ De nat. et gratia 36.42 ].

Quindi la santificazione nel seno materno non l'aveva liberata dal fomite.

In contrario:

Nel Cantico [ Ct 4,7 ] si dice: « Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia ».

Ma il fomite è una macchia, almeno della carne.

Quindi nella Beata Vergine non c'era il fomite.

Dimostrazione:

Su questo punto ci sono diverse opinioni.

Infatti alcuni hanno sostenuto che nella santificazione ricevuta dalla Beata Vergine nel seno materno le fu tolto completamente il fomite.

- Altri invece dicono che il fomite le rimase come obiezioni a compiere il bene, ma le fu tolto come proclività al male.

- Altri ancora dicono che il fomite le fu tolto come difetto personale che sospinge al male e rende difficile il bene, ma le rimase come difetto della natura, cioè come causa della trasmissione del peccato originale alla prole.

- Altri infine pensano che nella prima santificazione il fomite rimase in lei essenzialmente, ma fu legato; e che le venne tolto completamente quando essa concepì il Figlio di Dio.

Ora, per capire la cosa si deve considerare che il fomite altro non è che la concupiscenza abituale disordinata dell'appetito sensibile: poiché la concupiscenza attuale è il moto peccaminoso.

Ora, la concupiscenza dei sensi è disordinata in quanto contrasta con la ragione: o inclinando al male, o suscitando obiezioni nel bene.

Perciò anche il fomite consiste nell'inclinare al male e nel rendere difficile il bene.

Per cui ammettere che nella Beata Vergine sia rimasto un fomite che però non la inclinava al male, significa ammettere due cose opposte.

E uguale opposizione c'è nell'ammettere che il fomite sia rimasto come difetto della natura e non come difetto della persona.

Come spiega infatti S. Agostino [ De nuptiis et concup. 1,24 ], è la libidine che trasmette alla prole il peccato originale.

Ma la libidine comporta il disordine della concupiscenza che non sta totalmente soggetta alla ragione.

Se dunque il fomite è estinto del tutto come difetto della persona, non potrebbe sussistere più neppure come difetto della natura.

Perciò dobbiamo dire che il fomite nella prima santificazione o fu totalmente eliminato, o fu legato.

Si potrebbe tuttavia spiegare la sottrazione totale del fomite dicendo che alla Beata Vergine fu concessa, per la pienezza della sua grazia, tanta armonia tra le facoltà della sua anima che le potenze inferiori non operavano mai senza l'arbitrio della ragione: come si è detto [ q. 15, a. 2 ] che avveniva in Cristo, il quale era certamente esente dal fomite del peccato, e anche in Adamo prima che peccasse, quale effetto della giustizia originale; e allora la grazia della santificazione avrebbe raggiunto nella Vergine il livello della giustizia originale.

Ora questa interpretazione, per quanto sembri contribuire alla dignità della Vergine Madre, tuttavia toglie qualcosa alla grandezza di Cristo, la cui virtù è indispensabile a tutti per essere liberati dalla schiavitù primitiva.

E sebbene prima dell'incarnazione di Cristo alcuni per la fede in lui siano stati liberati nello spirito da quella schiavitù, tuttavia la liberazione nel corpo pare che non si sia dovuta verificare se non dopo l'incarnazione, alla quale erano riservate le primizie di quella immunità.

Come dunque prima dell'immortalità del corpo di Cristo nessuno ebbe l'immortalità corporale, così non sarebbe stato opportuno che prima della carne di Cristo, che era immune da qualsiasi peccato, la carne della sua Vergine madre, o di chiunque altro, fosse immune dal fomite, che è detto « legge della carne, o delle membra » [ Rm 7,23.25 ].

Quindi è meglio ritenere che al momento della santificazione nel seno materno il fomite non fu tolto alla Vergine nella sua essenza, ma rimase legato: non per un atto della sua ragione, come avviene nei santi adulti, poiché essa non ebbe nel seno materno l'uso del libero arbitrio, essendo questo uno speciale privilegio di Cristo, ma a motivo della pienezza di grazia che le fu concessa nella sua santificazione, e più ancora grazie alla divina provvidenza, la quale teneva lontano dalla sua sensibilità ogni moto disordinato.

In seguito però, nel concepimento della carne di Cristo, in cui doveva innanzitutto risplendere l'immunità dal peccato, è da credere che la piena estinzione del fomite sia ridondata dalla prole nella madre.

E ciò viene espresso figuratamente dalle parole di Ezechiele [ Ez 43,2 ]: « La gloria del Dio di Israele giungeva attraverso la via orientale », cioè attraverso la Beata Vergine, « e la terra », cioè la carne di lei, « risplendeva della sua gloria », cioè della gloria di Cristo.

Analisi delle obiezioni:

1. La morte e le altre penalità di per sé non inclinano al peccato.

Anche Cristo perciò, sebbene le abbia assunte, non assunse tuttavia il fomite.

E così pure nella Beata Vergine, affinché fosse simile al Figlio, « dalla cui pienezza riceveva la grazia » [ Gv 1,16 ], il fomite fu prima legato e poi tolto; ella non fu invece liberata dalla morte né dalle altre simili penalità.

2. La debolezza della carne, che fa parte del fomite, offre ai santi l'occasione di perfezionare la propria virtù, ma non è un fattore indispensabile della perfezione.

Perciò nella Beata Vergine basta ammettere la perfezione della virtù e la pienezza della grazia, senza che sia necessario porre in lei tutte le occasioni della perfezione.

3. Lo Spirito Santo operò nella Beata Vergine due purificazioni.

La prima in preparazione al concepimento di Cristo: e questa non fu una purificazione dalla colpa o dal fomite, ma raccolse e concentrò maggiormente il suo spirito sottraendolo alle distrazioni.

Infatti in questo senso si parla di purificazione anche per gli angeli, nei quali non ci sono impurità [ De eccl. hier. 6,3,6; De cael. hier. 7,3 ], come dice Dionigi.

- La seconda purificazione invece fu operata in lei dallo Spirito Santo mediante il concepimento di Cristo.

E allora essa fu liberata totalmente dal fomite.

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