Summa Teologica - III |
In Matth., c. 2
Pare che la nascita di Cristo non dovesse essere manifestata a nessuno.
1. Per la salvezza degli uomini era opportuno che la prima venuta di Cristo rimanesse nascosta, come si è visto [ a. prec., ad 3 ].
Ma Cristo era venuto per salvare tutti, secondo la parola di S. Paolo [ 1 Tm 4,10 ]: « Egli è il Salvatore di tutti gli uomini, soprattutto dei fedeli ».
Quindi la nascita di Cristo non doveva essere manifestata a nessuno.
2. Prima che avvenisse, la futura nascita di Cristo era stata manifestata alla Beata Vergine e a S. Giuseppe [ Mt 1,20s; Lc 1,31 ].
Perciò non era necessario che, una volta avvenuta, fosse manifestata ad altri.
3. Nessun uomo saggio manifesta ciò che può produrre turbamento e danno per gli altri.
Ma appena resa nota la nascita di Cristo si verificò del turbamento, come dice S. Matteo [ Mt 2,3 ]: « Il re Erode, sentendo » della nascita di Cristo, « restò turbato, e con lui tutta Gerusalemme ».
Il che fu anche di danno agli altri: infatti in seguito a ciò Erode « fece uccidere tutti i bambini di Betlemme e dei dintorni dai due anni in giù » [ Mt 2,16 ].
Perciò non pare che sia stato conveniente far conoscere ad alcuni la nascita di Cristo.
La nascita di Cristo non sarebbe giovata a nessuno se fosse rimasta nascosta a tutti.
Ma era necessario che essa giovasse a qualcuno, altrimenti Cristo sarebbe nato inutilmente.
Pare perciò che fosse necessario manifestarla a qualcuno.
Come dice S. Paolo [ Rm 13,1 ], « quanto Dio fa, lo fa in modo ordinato ».
Ora, è proprio della divina sapienza trasmettere i suoi doni e i suoi segreti non a tutti alla stessa maniera, ma direttamente ad alcuni, e per mezzo di questi agli altri.
Per cui anche del mistero della risurrezione si dice [ At 10,40s ] che « Dio volle che Cristo risorto apparisse non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio ».
E lo stesso doveva succedere per la sua nascita, che cioè fosse palese non a tutti, ma solo ad alcuni, per mezzo dei quali potesse arrivare agli altri.
1. Come la salvezza umana sarebbe stata compromessa dalla manifestazione a tutti gli uomini della nascita di Dio, così lo sarebbe stata anche dal nascondimento totale.
Poiché nell'uno e nell'altro caso viene esclusa la fede: nel primo perché la cosa sarebbe già manifesta a tutti; nel secondo perché non vi sarebbe nessuno di cui poter udire la testimonianza: « La fede » infatti, dice S. Paolo [ Rm 10,17 ], « viene dall'ascolto ».
2. Maria e Giuseppe dovevano necessariamente essere istruiti sulla futura nascita di Cristo, poiché dovevano avere rispetto verso il bimbo concepito nel seno materno e assisterlo dopo la nascita.
Ma la loro testimonianza sulla grandezza di Cristo, trattandosi di familiari, sarebbe stata sospetta.
Era quindi necessario partecipare la cosa ad estranei, la cui testimonianza fosse immune da ogni sospetto.
3. Il turbamento che seguì la notizia della nascita di Cristo si addiceva a tale nascita.
Primo, perché ciò serviva a manifestare la dignità celeste di Cristo.
Da cui le parole di S. Gregorio [ In Evang. hom. 10 ]: « Alla nascita del Re del cielo un re della terra si turba: poiché la potenza terrena vacilla quando si svela la maestà celeste ».
- Secondo, perché ciò prefigurava la potenza di Cristo giudice: « Che farà mai il suo tribunale di giudice », scrive infatti S. Agostino [ Serm. 200,1 ], « se la sua culla di bimbo terrorizzava la superbia dei re? ».
- Terzo, perché ciò prefigurava la distruzione del regno del diavolo.
Per cui il Papa S. Leone [ Ps. Crisost., Op. imp. in Mt hom. 2 ] scrive che « non fu turbato tanto Erode in se stesso, quanto il demonio in Erode.
Questi infatti vedeva [ nel fanciullo ] un uomo, il demonio invece ci vedeva Dio.
E l'uno e l'altro temeva un successore al proprio regno: il diavolo un successore celeste, Erode un successore terreno ».
Vanamente però, poiché Cristo non era venuto nel mondo per avere un regno terreno.
Da cui l'apostrofe di S. Leone [ Serm. 34,2 ] a Erode: « La tua reggia non può ospitare Cristo, né il padrone del mondo si accontenta dei confini del tuo dominio ».
Che poi i Giudei si turbassero mentre dovevano piuttosto godere, secondo S. Giovanni Crisostomo [ Op. imp. in Mt hom. 2 ] si spiega per il fatto che « i malvagi non potevano essere contenti della nascita del giusto »; oppure per il fatto che assecondavano Erode, del quale avevano paura.
« Il popolo » infatti « asseconda più del giusto coloro dei quali teme la crudeltà » [ Glossa ord. su Mt 2,3 ].
L'uccisione poi dei fanciulli da parte di Erode non fu loro di danno, ma di giovamento.
Dice infatti S. Agostino [ Serm. 373,3 ]: « Lungi da noi il pensare che Cristo, il quale era venuto a liberare gli uomini, non abbia fatto nulla per ricompensare coloro che sarebbero stati uccisi per causa sua: egli che, inchiodato sulla croce, pregò per i suoi crocifissori ».
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