Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se nei sacramenti risieda una virtù causativa della grazia

Infra, q. 78, a. 4; In 4 Sent., d. 1, q. 1, a. 4, sol. 2; d. 8, q. 2, a. 3; De Verit., q. 27, a. 4, ad 4; Quodl., 12, q. 10

Pare che nei sacramenti non risieda una virtù causativa della grazia.

Infatti:

1. Una virtù causativa della grazia è una virtù spirituale.

Ma in un essere corporeo non può risiedere una virtù spirituale: né propria, poiché la virtù propria deriva dall'essenza di ciascuna cosa e non ne può superare i limiti, né ricevuta da altri, poiché ciò che è ricevuto prende il modo di essere del ricevente.

Quindi nei sacramenti non ci può essere una virtù causativa della grazia.

2. Ogni cosa è riducibile a uno dei generi dell'ente e a un grado nella gerarchia dei beni.

Ma tra i generi dell'ente non ne esiste uno in cui possa rientrare tale virtù, come appare chiaro esaminandoli tutti singolarmente.

Né tale virtù può ridursi a uno dei gradi nella gerarchia dei beni: infatti non è uno dei beni minimi, essendo i sacramenti necessari alla salvezza; non è uno dei beni intermedi, quali le potenze dell'anima, che sono delle potenze naturali; non è uno dei beni massimi, poiché non è né la grazia né una virtù spirituale.

Perciò nei sacramenti non esiste una virtù capace di produrre la grazia.

3. Se nei sacramenti esistesse una simile virtù, esisterebbe solo perché prodotta da Dio in essi per creazione.

Ma non pare possibile che una creatura così nobile cessi subito di esistere non appena il sacramento è prodotto.

Quindi non c'è nei sacramenti alcuna virtù destinata a causare la grazia.

4. L'identica cosa non può esistere in soggetti diversi.

Ora, a costituire un sacramento concorrono entità diverse, cioè le parole e gli elementi sensibili: eppure un sacramento non può avere che una sola virtù.

Quindi nei sacramenti non ci può essere alcuna virtù.

In contrario:

S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 80 ] si chiede: « Da dove viene una così grande virtù dell'acqua, per cui tocca il corpo e purifica il cuore? ».

E S. Beda [ In Lc 1, su 3,21 ] afferma che « il Signore con il contatto della sua carne purissima conferì alle acque una forza rigeneratrice ».

Dimostrazione:

Chi ritiene che i sacramenti concorrano alla grazia solo per concomitanza non pone nel sacramento alcuna virtù che cooperi all'effetto sacramentale, ma pone una virtù divina che, coassistendo al sacramento, ne produrrebbe l'effetto.

Se invece si afferma che il sacramento è causa strumentale della grazia, allora è necessario porre nel sacramento una certa virtù strumentale che ne produca l'effetto.

E questa virtù è proporzionata allo strumento.

Essa cioè sta alla virtù assoluta e perfetta come lo strumento sta all'agente principale.

Lo strumento infatti, come si è detto [ a. 1 ], non opera se non in quanto è mosso dall'agente principale, il quale invece opera per virtù propria.

E così la virtù dell'agente principale ha un'esistenza permanente e completa, mentre la virtù strumentale ha un'esistenza incompleta e transeunte da un soggetto in un altro: come anche il moto è un atto imperfetto [ che passa ] dall'agente nel paziente.

Analisi delle obiezioni:

1. Nelle realtà materiali una virtù spirituale non può trovarsi in maniera permanente e completa, come vuole l'obiezione.

Nulla impedisce però che vi si trovi in modo strumentale, cioè per il fatto che una data realtà materiale viene usata da una sostanza spirituale per la produzione di un effetto spirituale: come anche nella voce sensibile si trova una certa virtù spirituale procedente dall'intelletto di chi parla e capace di risvegliare l'intelligenza di chi ascolta.

Ed è in questo modo che la virtù spirituale si trova nei sacramenti, in quanto essi sono ordinati da Dio a un effetto spirituale.

2. Come un moto, essendo un atto imperfetto, non ha propriamente un genere, ma viene collocato nel genere dell'atto perfetto, ad es. l'alterazione in quello della qualità, così la virtù strumentale non appartiene, propriamente parlando, a un genere determinato, ma è riducibile al genere e alla specie della virtù perfetta.

3. Come la virtù strumentale viene ricevuta dallo strumento nell'istante stesso in cui l'agente principale lo muove, così il sacramento consegue la sua virtù spirituale dalla benedizione di Cristo e dall'uso sacramentale che ne fa il ministro.

Da cui le parole di S. Agostino [ Massimo di Tor., Serm. 12 ]: « Non c'è da meravigliarsi se diciamo che l'acqua, ossia una sostanza materiale, arriva a purificare l'anima.

Lo fa sicuramente, e penetra in tutti i recessi della coscienza.

Sebbene infatti essa sia già fine e penetrante, tuttavia è resa ancora più penetrante dalla benedizione di Cristo, per cui come sottile rugiada penetra nei princìpi vitali più profondi e nei segreti dello spirito ».

4. Come l'identica virtù dell'agente principale è presente strumentalmente in tutti gli strumenti da esso adoperati per produrre un dato effetto, in quanto essi per il loro coordinamento sono una cosa sola, così anche l'identica virtù sacramentale è presente nelle parole e negli elementi sensibili, in quanto sia le parole che gli elementi concorrono a costituire un medesimo sacramento.

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