Summa Teologica - III |
Supra, q. 62, a. 1; In 4 Sent., d. 1, q. 1, a. 4, sol. 1
Pare che non solo Dio, ma anche il ministro produca l'effetto interiore dei sacramenti.
1. L'effetto interiore dei sacramenti è la purificazione dell'uomo dai suoi peccati e la sua illuminazione mediante la grazia.
Ora, è compito dei ministri della Chiesa « purificare, illuminare e perfezionare », come insegna Dionigi [ De cael. hier. 5,1,3 ].
Quindi non solo Dio, ma anche i ministri della Chiesa producono l'effetto dei sacramenti.
2. I riti con i quali vengono amministrati i sacramenti contengono delle preghiere di petizione.
Ma le preghiere dei buoni sono presso Dio più esaudibili di quelle di chiunque altro, secondo le parole evangeliche [ Gv 9,31 ]: « Se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta ».
Perciò chi riceve i sacramenti da un ministro santo ottiene un effetto maggiore.
Quindi anche il ministro influisce sull'effetto interiore, e non soltanto Dio.
3. L'uomo vale più delle realtà inanimate.
Ma le realtà inanimate concorrono all'effetto interiore dei sacramenti: infatti « l'acqua tocca il corpo e purifica il cuore », dice S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 80 ].
Quindi anche l'uomo influisce sull'effetto interiore dei sacramenti, e non solo Dio.
Secondo S. Paolo [ Rm 8,33 ], « è Dio che giustifica ».
Ora, poiché l'effetto interiore di tutti i sacramenti è la giustificazione, pare che solo Dio compia l'effetto interiore del sacramento.
Una cosa può produrre un effetto in due modi: primo, come causa principale; secondo, come strumento.
Nel primo modo solo Dio causa l'effetto interiore dei sacramenti.
Sia perché solo Dio penetra nell'anima, nella quale si produce l'effetto sacramentale, e d'altra parte nessuna cosa può agire immediatamente dove non è.
- Sia perché la grazia, che è l'effetto interiore dei sacramenti, viene esclusivamente da Dio, come si è detto nella Seconda Parte [ I-II, q. 112, a. 1 ].
E anche il carattere, che è un effetto interiore di alcuni sacramenti, è una virtù strumentale che promana dall'agente principale, che è Dio.
Nel secondo modo l'uomo può concorrere all'effetto interiore del sacramento operando come ministro.
Il ministro e lo strumento infatti sono sullo stesso piano: poiché l'azione dell'uno e dell'altro viene applicata esteriormente, ma produce un effetto interiore in forza della causa principale, che è Dio.
1. La purificazione che viene attribuita ai ministri della Chiesa non è la purificazione dai peccati: poiché è detto dei diaconi che purificano in quanto o estromettono gli indegni dal ceto dei fedeli, o li preparano con sacre esortazioni a ricevere i sacramenti.
E si dice dei sacerdoti che illuminano il popolo fedele non infondendo la grazia, ma amministrando i sacramenti della grazia, come risulta dal testo di Dionigi.
2. Le preghiere che vengono dette nel conferire i sacramenti sono presentate a Dio non a nome di persone private, ma a nome di tutta la Chiesa, le cui orazioni sono accette a Dio, secondo la promessa evangelica [ Mt 18,19 ]: « Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà ».
Tuttavia non è detto che la devozione privata di un giusto non cooperi in nulla allo scopo.
Quello però che è l'effetto proprio del sacramento non viene impetrato con le preghiere della Chiesa o del ministro, ma per i meriti della passione di Cristo, la cui virtù opera nei sacramenti, come si è notato [ q. 62, a. 5 ].
Il sacramento quindi non ha un effetto superiore perché è compiuto da un ministro più santo.
Tuttavia la devozione del ministro può ottenere qualcosa a chi riceve il sacramento: non nel senso che il ministro ne sia la causa diretta, ma nel senso che lo impetra da Dio.
3. Le realtà inanimate non concorrono all'effetto interiore dei sacramenti se non strumentalmente, come si è spiegato [ nel corpo ].
E in modo analogo gli uomini, come si è detto [ q. 62, a. 5 ], non producono l'effetto interiore dei sacramenti se non come ministri.
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