Summa Teologica - III

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Articolo 2 - Se i sacramenti siano soltanto di istituzione divina

I-II, q. 108, a. 2; In 4 Sent., d. 2, q. 1, a. 4, sol. 4; d. 7, q. 1, a. 1, sol. 1, ad 1; d. 13, q. 1, a. 2, sol. 6, ad 1; In 3 Sent., d. 17, q. 3, a. 1, sol. 5; In Ioan., c. 1, lect. 14

Pare che i sacramenti non siano soltanto di istituzione divina.

Infatti:

1. Le cose di istituzione divina ci sono tramandate dalla Sacra Scrittura.

Ma nei sacramenti si trovano degli elementi che la Sacra Scrittura non menziona: p. es. il crisma della confermazione, l'olio con cui si consacrano i sacerdoti e molte altre cose, parole e azioni usate nei sacramenti.

Quindi i sacramenti non sono soltanto di istituzione divina.

2. I sacramenti sono dei segni.

Ma le realtà sensibili hanno un simbolismo naturale.

Ora, non si può dire che Dio abbia preferenza per certi segni piuttosto che per altri: poiché egli approva tutte le cose che ha fatto [ Gen 1,31 ].

Pare invece che sia una caratteristica dei demoni il lasciarsi allettare da determinati segni: dice infatti S. Agostino [ De civ. Dei 21,6 ] che « i demoni vengono attratti dalle creature fatte non da loro, ma da Dio, secondo i gusti di ciascuno, non come gli animali dai cibi, ma come gli spiriti dai segni ».

Non è necessario quindi che i sacramenti siano di istituzione divina.

3. Gli Apostoli in terra facevano le veci di Dio, per cui S. Paolo [ 2 Cor 2,10 ] dichiara: « Quello che ho perdonato l'ho fatto per voi in persona di Cristo », cioè come se l'avesse fatto Cristo medesimo.

Così dunque pare che gli Apostoli e i loro successori possano istituire dei nuovi sacramenti.

In contrario:

Istituire è dare a una cosa forza e vigore, come è evidente nell'istituzione delle leggi.

Ma la forza del sacramento viene solo da Dio, come si è già dimostrato [ a. prec.; q. 62, a. 1 ].

Solo Dio quindi può istituire un sacramento.

Dimostrazione:

Secondo quanto si è già detto [ a. prec.; q. 62, a. 1 ], i sacramenti producono strumentalmente degli effetti spirituali.

Ora, lo strumento riceve la sua virtù dall'agente principale.

Due però sono gli agenti a cui si riferisce il sacramento, cioè chi lo ha istituito e chi lo usa.

Ma la virtù del sacramento non può venire da chi lo usa, poiché questi non agisce se non come ministro.

Resta quindi che la virtù del sacramento promani dall'istitutore.

Ora, derivando la virtù del sacramento solo da Dio, è chiaro che solo Dio è l'istitutore dei sacramenti.

Analisi delle obiezioni:

1. Ciò che si trova nei sacramenti per istituzione umana non è necessario alla validità del sacramento, ma gli conferisce una certa solennità, che è utile nei sacramenti per eccitare la devozione e il rispetto in coloro che li ricevono.

Ciò che invece è indispensabile alla validità di un sacramento fu istituito da Cristo stesso, che è Dio e uomo.

Ora, sebbene non tutto ci sia stato tramandato dalle Scritture, tuttavia la Chiesa ha appreso ciò dall'insegnamento ordinario degli Apostoli, come risulta dalle parole di S. Paolo [ 1 Cor 11,34 ]: « Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta ».

2. Le realtà sensibili hanno per loro natura una certa attitudine a rappresentare degli effetti spirituali, ma questa attitudine deve essere determinata per istituzione divina a un significato specifico.

Ed è quanto intende dire Ugo di S. Vittore [ De sacram. 1,9,2 ] quando afferma che « il sacramento ha valore di simbolo in forza dell'istituzione ».

Dio poi ha preferito per i segni sacramentali certe cose ad altre non perché egli limiti il suo affetto alle cose scelte, ma perché la significazione sia più adatta.

3. Gli Apostoli e i loro successori fanno le veci di Dio nel governo della Chiesa costituita dalla fede e dai sacramenti.

Come quindi non è lecito ad essi fondare un'altra Chiesa, così non è lecito ad essi insegnare un'altra fede o istituire degli altri sacramenti; si dice invece che la Chiesa è stata costruita « per mezzo dei sacramenti sgorgati dal fianco di Cristo pendente dalla croce » [ Glossa ord. su Rm 5,14 ].

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