Summa Teologica - III |
In 4 Sent., d. 11, q. 2, a. 1, sol. 3
Pare che si richieda una determinata quantità di pane e di vino per la materia di questo sacramento.
1. Le opere della grazia non sono meno ordinate delle opere della natura.
Ora, come dice Aristotele [ De anima 2,4 ], « di tutte le cose che provengono dalla natura sono stabiliti i termini e i modi della grandezza e della crescita ».
Molto più dunque in questo sacramento che è detto Eucaristia, cioè buona grazia, si richiede una determinata quantità di pane e vino.
2. Ai ministri della Chiesa non è stato concesso da Cristo il potere di fare cose che siano di scherno per la nostra fede e per i suoi sacramenti, stando alle parole dell'Apostolo [ 2 Cor 10,8 ]: « Secondo l'autorità che Dio mi ha concesso per vostra edificazione e non per vostra rovina ».
Ora, tornerebbe di scherno al sacramento se un sacerdote volesse consacrare tutto il pane in vendita al mercato e tutto il vino di una cantina.
Quindi non ha il potere di farlo.
3. Se uno viene battezzato in mare non resta santificata dalla forma del battesimo tutta l'acqua del mare, ma solo quell'acqua che lava il corpo del battezzato.
Quindi neppure in questo sacramento può restare consacrata la quantità di pane che avanza.
Il molto si oppone al poco e il grande al piccolo.
Ma non c'è una quantità di pane e di vino così piccola da non poter essere consacrata.
Quindi non vi è neppure una quantità così grande da non poter essere consacrata.
Alcuni hanno affermato che il sacerdote non potrebbe consacrare un'immensa quantità di pane e di vino: p. es. tutto il pane in vendita al mercato, o tutto il vino di una botte.
Ma ciò non pare essere vero, poiché in tutte le cose composte di materia il criterio per determinare la materia viene desunto dal suo rapporto al fine: come la materia per una sega è il ferro, perché sia adatta a segare.
Ora, il fine di questo sacramento è la comunione dei fedeli.
Occorre quindi che la quantità della materia di questo sacramento venga determinata in rapporto al bisogno dei fedeli.
Non è però possibile che la determinazione si riferisca al bisogno dei fedeli che sono presenti, altrimenti un sacerdote che avesse pochi parrocchiani non avrebbe facoltà di consacrare una grande quantità di ostie.
Perciò la materia va determinata in rapporto alla necessità dei fedeli in genere.
Ma il numero dei fedeli è indeterminato.
Di conseguenza non si può dire che la quantità di materia di questo sacramento sia determinata.
1. La materia di ogni essere naturale riceve una determinata quantità in rapporto a una determinata forma.
Ma il numero dei fedeli, alle cui esigenze è ordinato questo sacramento, non è determinato.
Perciò il confronto non regge.
2. Il potere dei ministri della Chiesa è ordinato a due cose: primo, all'effetto proprio dei sacramenti; secondo, al fine di tale effetto.
Ora, quest'ultimo non può invalidare il primo.
Se dunque un sacerdote intende consacrare il corpo di Cristo per qualche fine cattivo, ad es. per schernire o per avvelenare, pecca per l'intenzione del fine cattivo, ma nondimeno compie il sacramento in forza del potere che possiede.
3. Il sacramento del battesimo si compie nell'uso della materia.
Quindi con la forma del battesimo non viene consacrata più acqua di quella che viene usata.
L'Eucaristia invece si compie nella consacrazione della materia.
Perciò il paragone non regge.
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