Summa Teologica - III |
In 4 Sent., d. 11, q. 2, a. 4, sol. 2, 3; In 1 Cor., c. 11, lect. 6
Pare che l'aggiunta dell'acqua sia necessaria per la validità di questo sacramento.
1. Scrive S. Cipriano [ Epist. 63 ]: « Così il calice del Signore non è acqua soltanto e vino soltanto, ma la mescolanza di ambedue, come nemmeno il corpo del Signore è soltanto farina, ma l'una e l'altra cosa », cioè farina e acqua, « formanti un tutt'uno ».
Ora, l'aggiunta dell'acqua alla farina è indispensabile per questo sacramento.
Per la stessa ragione quindi è indispensabile l'aggiunta dell'acqua al vino.
2. Nella passione del Signore, di cui questo sacramento è commemorativo, non « uscì dal suo costato » soltanto « sangue », ma anche « acqua » [ Gv 19,34 ].
Ora il vino, che è il sacramento del sangue, è indispensabile all'Eucaristia.
Per la stessa ragione quindi è indispensabile anche l'acqua.
3. Se l'acqua non fosse indispensabile per questo sacramento, non avrebbe importanza quale acqua venga mescolata, per cui si potrebbe aggiungere dell'acqua di rose, o qualsiasi altra acqua del genere.
Ora, ciò non è consentito dall'uso della Chiesa.
Quindi l'acqua è indispensabile in questo sacramento.
Scrive S. Cipriano [ l. cit. ]: « Se qualcuno dei nostri predecessori, o per ignoranza o per semplicità, non ha osservato questo rito », cioè di mescolare dell'acqua al vino per l'Eucaristia, « si può perdonare alla sua semplicità ».
Ma ciò non sarebbe possibile se l'acqua fosse indispensabile per questo sacramento, come lo è il vino o il pane.
Quindi l'aggiunta dell'acqua non è di stretta necessità per il sacramento.
Il segno va giudicato dalla realtà significata.
Ora, l'acqua che viene aggiunta al vino sta a rappresentare la partecipazione dei fedeli a questo sacramento, poiché con l'infusione dell'acqua nel vino si vuole indicare l'unione del popolo intorno a Cristo, come si è detto [ a. prec. ].
E anche il fatto che dal costato di Cristo pendente dalla croce sia sgorgata dell'acqua ha lo stesso significato: poiché l'acqua rappresentava l'abluzione dei peccati che veniva prodotta dalla passione di Cristo.
Ora, si è detto sopra [ q. 73, a. 1, ad 3 ] che questo sacramento si compie mediante la consacrazione della materia, mentre il suo uso da parte dei fedeli non è indispensabile per il sacramento, ma è conseguente al sacramento stesso.
Da ciò deriva quindi che l'aggiunta dell'acqua non è indispensabile.
1. Il testo di S. Cipriano va inteso non nel senso di un'impossibilità assoluta, ma di una mancanza di convenienza.
Quindi il suo paragone serve a mostrare che ciò è obbligatorio, non già che è indispensabile: l'acqua infatti è essenziale al pane, ma non al vino.
2. L'effusione del sangue faceva direttamente parte della stessa passione di Cristo, essendo naturale per un corpo umano ferito che da esso sgorghi del sangue.
Invece l'effusione dell'acqua non era essenziale alla passione, ma avvenne per mostrane gli effetti, che sono l'abluzione dei peccati e il refrigerio contro gli ardori della concupiscenza.
Perciò in questo sacramento l'acqua non viene offerta separatamente dal vino, come invece il vino viene offerto separatamente dal pane, ma l'acqua viene offerta mescolata con il vino: per indicare che il vino appartiene di per sé al sacramento quale suo costitutivo necessario, l'acqua invece in quanto è aggiunta al vino.
3. Non essendo l'aggiunta dell'acqua al vino indispensabile per la validità del sacramento, non ha importanza la specie di acqua che si versa nel vino: che cioè essa sia naturale o artificiale, come quella di rose.
Sebbene quanto alla riverenza dovuta al sacramento pecchi chi infonde un'acqua diversa da quella vera e naturale: poiché dal costato di Cristo pendente dalla croce uscì dell'acqua vera, e non dell'umore flemmatico, come alcuni hanno detto; e ciò per dimostrare che il corpo di Cristo era veramente composto dei quattro elementi: come lo sgorgare del sangue provava che era composto dei quattro umori, secondo quanto dice Innocenzo III in una Decretale [ Regesta 12,7 ].
La mescolanza dell'acqua con la farina invece è essenziale a questo sacramento, essendo costitutiva della sostanza del pane: per cui se alla farina si mescolasse dell'acqua di rose, o qualunque altro liquido diverso dall'acqua vera, con tale materia non si potrebbe consacrare il sacramento, poiché non sarebbe vero pane.
Indice |