Summa Teologica - III |
Supra, q. 30, a. 1, ad 3
Pare che i peccati non siano la materia propria di questo sacramento
1. Negli altri sacramenti la materia viene santificata mediante alcune parole, e così santificata produce l'effetto sacramentale.
Ma i peccati non possono essere santificati, essendo incompatibili con l'effetto del sacramento, che è la grazia che rimette i peccati.
Quindi i peccati non sono la materia propria di questo sacramento.
2. S. Agostino [ Serm. 351,2 ] scrive: « Nessuno può iniziare una nuova vita se la sua penitenza non si estende a tutta la vita dell'uomo vecchio ».
Ora, alla vita dell'uomo vecchio appartengono non solo i peccati, ma anche le penalità della vita presente.
Quindi i peccati non sono la materia propria della penitenza.
3. Il peccato si distingue in originale, mortale e veniale.
Ma il sacramento della penitenza non è ordinato contro il peccato originale, che viene tolto dal battesimo, e neppure contro quello veniale, che viene rimesso dal battersi il petto, dall'acqua benedetta e da altri sacramentali.
Quindi i peccati non sono la materia propria della penitenza.
L'Apostolo [ 2 Cor 12,21 ] scrive: « Essi non hanno fatto penitenza dei peccati di impurità, di fornicazione e di dissolutezza che hanno commesso ».
Ci sono due tipi di materia, cioè prossima e remota: come la materia prossima di una statua è il metallo, quella remota invece l'[ elemento ] acqua.
Ora, abbiamo già notato [ a. 1, ad 1,2 ] che la materia prossima di questo sacramento è costituita dagli atti del penitente: i quali hanno per materia i peccati di cui egli si pente, e che confessa, e per i quali è pronto a soddisfare.
Perciò rimane che la materia remota della penitenza sono i peccati, non da compiere, ma da detestare e da distruggere.
1. La obiezioni si fonda sulla materia prossima del sacramento.
2. La vita mortale dell'uomo vecchio è oggetto della penitenza non nel suo aspetto di pena, ma per la colpa omessa.
3. La penitenza in qualche modo ha per oggetto tutti i generi di peccati, però non tutti nella stessa misura.
Infatti il peccato attuale mortale è l'oggetto proprio e principale della penitenza: proprio, poiché ci pentiamo propriamente di quanto abbiamo commesso per nostra volontà; principale invece poiché questo sacramento fu istituito per cancellare il peccato mortale.
- Dei peccati veniali si ha invece certamente una penitenza in senso proprio, poiché essi vengono commessi per nostra volontà, però questo sacramento non fu istituito principalmente contro di essi.
Il peccato originale infine non è oggetto della penitenza né principale, poiché contro di esso è ordinato non questo sacramento, bensì il battesimo, né proprio, poiché il peccato originale non fu compiuto per volontà nostra, se non forse in quanto viene considerata nostra la volontà di Adamo, secondo le parole di S. Paolo [ Rm 5,12 Vg ]: « In lui tutti abbiamo peccato ».
Tuttavia prendendo il termine penitenza nel senso di una qualsiasi detestazione del passato si può parlare di penitenza anche per il peccato originale: ed è in questo senso che parla S. Agostino nel De Poenitentia [ Serm. 351,2 ].
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