Summa Teologica - III |
Supra, q. 65, a. 1; In 4 Sent., d. 14, q. 1, a. 1, sol. 1; d. 22, q. 2, a. 1
Pare che la penitenza non sia un sacramento.
1. S. Gregorio, come riferisce anche il Decreto [ di Graz. 2,1,84 ], afferma: « Sacramenti sono il battesimo, la cresima, il corpo e il sangue di Cristo; e queste cose sono denominate sacramenti poiché in esse, sotto il velo di realtà corporee, la virtù divina compie segretamente la nostra salvezza ».
Ma ciò non si riscontra nella penitenza: poiché non vengono adoperate in essa delle realtà corporee sotto le quali la virtù divina compirebbe l'opera della salvezza.
Quindi la penitenza non è un sacramento.
2. I sacramenti della Chiesa vengono distribuiti dai ministri di Cristo, come risulta dalle parole di S. Paolo [ 1 Cor 4,1 ]: « Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio ».
Ora, la penitenza non viene impartita dai ministri di Cristo, ma viene ispirata interiormente da Dio, secondo le parole di Geremia [ Ger 31,19 ]: « Dopo che tu mi hai convertito, ho fatto penitenza ».
Perciò la penitenza non è un sacramento.
3. Nei sacramenti che abbiamo esaminato finora [ qq. 66 ss. ] c'è un elemento che è sacramentum tantum, un altro che è res et sacramentum e un terzo che è res tantum [ q. 66, a. 1; q. 73, a. 1, ad 3 ].
Ma ciò non si riscontra nella penitenza.
Quindi la penitenza non è un sacramento.
Come il battesimo, così anche la penitenza viene adibita per purificare dai peccati.
Per cui S. Pietro [ At 8,22 ] disse a Simon [ Mago ]: « Fa' penitenza di questa tua iniquità ».
Ma il battesimo è un sacramento.
Quindi per lo stesso motivo lo è pure la penitenza.
Come dice S. Gregorio nel testo citato sopra, « il sacramento consiste in una cerimonia in cui si riceve simbolicamente ciò che va ricevuto santamente ».
Ora, è chiaro che nella penitenza si compie una cerimonia tale da significare qualcosa di sacro, sia da parte del peccatore penitente, sia da parte del sacerdote che assolve: il penitente infatti con quanto fa e dice esprime l'idea che il suo cuore si è allontanato dal peccato, e similmente il sacerdote con i gesti e con le parole che indirizza al penitente esprime l'azione di Dio che rimette i peccati.
Perciò è evidente che la penitenza praticata nella Chiesa è un sacramento.
1. Per realtà corporee si intendono in senso lato anche gli atti esterni sensibili, che stanno a questo sacramento come l'acqua sta al battesimo o il crisma sta alla cresima.
Si deve però notare che in quei sacramenti nei quali viene conferita una grazia superiore a ogni capacità dell'atto umano viene impiegata una materia esterna: come nel battesimo, in cui si ha la piena remissione dei peccati sia quanto alla colpa che quanto alla pena, nella cresima, in cui viene conferita la pienezza dello Spirito Santo, e nell'estrema unzione, in cui viene conferita la perfetta guarigione spirituale.
E questa grazia proviene dalla virtù di Cristo come da un principio estrinseco.
Per cui se in questi sacramenti si riscontrano degli atti umani, essi non sono essenziali al sacramento, ma agiscono in esso come cause dispositive.
Invece in quei sacramenti che hanno un effetto corrispondente agli atti umani, gli stessi atti sensibili umani fungono da materia: e ciò avviene nella penitenza e nel matrimonio.
Come anche nelle medicine corporali ce ne sono alcune che consistono in rimedi esterni, come le pomate e gli sciroppi, e altre invece che consistono in atti dei pazienti medesimi, come certi esercizi fisici.
2. Nei sacramenti la cui materia è un elemento materiale è necessario che tale materia venga applicata dal ministro della Chiesa, il quale agisce in nome di Cristo, per indicare che l'eccellenza della virtù operante nel sacramento proviene da Cristo.
Invece nel sacramento della penitenza, come si è già notato [ ad 1 ], la materia è costituita dagli atti umani, i quali provengono da un'ispirazione interiore.
E così la materia non viene applicata dal ministro, bensì da Dio che agisce interiormente; il ministro però dà al sacramento la sua struttura completa, assolvendo il penitente.
3. Anche nella penitenza c'è qualcosa che è sacramentum tantum, ed è l'atto esterno del penitente e del sacerdote che lo assolve.
La res et sacramentum è invece la penitenza interiore del penitente, mentre la res tantum è la remissione dei peccati.
E la prima di queste tre cose, presa nella sua totalità, è causa della seconda; la prima poi e la seconda insieme sono causa della terza.
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