Supplemento alla III parte |
Pare che l'affinità non impedisca il matrimonio.
1. Non impedisce il matrimonio se non ciò che è ad esso contrario.
Ma l'affinità non è contraria al matrimonio, essendone un effetto.
Quindi non può impedirlo.
2. Col matrimonio la moglie diventa qualcosa del marito.
Ora, i consanguinei del marito succedono a lui nell'eredità dei beni.
Perciò possono anche ereditarne la moglie, verso la quale rimangono affini, come si è visto [ a. 2 ].
Quindi l'affinità non impedisce il matrimonio.
Nel Levitico [ Lv 18,8 ] si legge: « Non scoprirai la nudità della tua matrigna ».
Ma essa è soltanto affine.
Quindi l'affinità impedisce il matrimonio.
L'affinità antecedente impedisce di contrarre matrimonio, e dirime il matrimonio contratto, per gli stessi motivi per cui lo dirime la consanguineità.
Come infatti esiste una necessità di coabitazione tra consanguinei, così anche tra affini.
E come c'è un vincolo di amicizia tra consanguinei, così pure tra affini.
- Se invece l'affinità è successiva al matrimonio non può dirimerlo, come si è detto sopra [ q.50, ad 7 ].
1. L'affinità è incompatibile non col matrimonio da cui è causata, ma col matrimonio da contrarre con una persona affine, poiché impedirebbe l'espandersi dell'amicizia e la repressione della concupiscenza, che il matrimonio deve invece perseguire.
2. I beni materiali non diventano una cosa sola col marito che li possiede, mentre la moglie diventa con lui « una sola carne » [ Gen 2,24; Mt 19,6 ].
Per cui come la consanguineità impedisce l'unione coniugale col marito, così anche con la moglie.
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