Supplemento alla III parte |
Pare che la parentela spirituale del marito non si comunichi alla moglie.
1. L'unione spirituale e quella materiale sono disparate e di genere diverso.
Perciò mediante l'unione carnale tra marito e moglie non si può comunicare una parentela spirituale.
2. Collaborano di più nella rigenerazione spirituale, causa della parentela suddetta, il padrino e la madrina che non il padrino e sua moglie.
Ora, il padrino e la madrina non contraggono per questo alcuna parentela spirituale.
Quindi non la contrae neppure la moglie, per il fatto che il marito fa da padrino a qualcuno.
3. Può capitare che il marito sia battezzato e la moglie non battezzata: come quando l'uno si converte dal paganesimo e l'altra resta infedele.
Ora, la parentela spirituale non può comunicarsi a un non battezzato [ a. prec., ad 3 ].
Quindi non sempre essa si comunica dal marito alla moglie.
4. Il marito e la moglie possono rilevare insieme un battezzato dal sacro fonte.
Se quindi la parentela spirituale si comunicasse dal marito alla moglie, ne seguirebbe che i due coniugi sarebbero due volte padrino e madrina della stessa persona.
Ma ciò non è ammissibile.
I beni spirituali sono più comunicabili di quelli corporali.
Ora, la consanguineità del marito si comunica alla moglie mediante l'affinità.
Quindi a maggior ragione si comunica la parentela spirituale.
Uno può diventare compadre di una persona in due modi.
Primo, mediante l'azione di un altro, il quale ne battezza il figlio o lo tiene a battesimo.
E in tal caso la parentela spirituale non si comunica dal marito alla moglie: a meno che il battezzato non sia figlio della moglie, perché allora questa contrae direttamente la parentela spirituale, come anche il marito.
Secondo, mediante l'azione propria: come quando uno rileva il figlio di un altro dal sacro fonte.
E allora la parentela spirituale si comunica alla moglie solo se il matrimonio è consumato, poiché in caso contrario i coniugi non sono divenuti ancora « una sola carne ».
E ciò avviene per una specie di affinità.
Per cui sembra che per lo stesso motivo essa si comunichi anche alle altre donne con le quali il padrino avesse avuto rapporti sessuali, sebbene non siano sue mogli.
Da cui i versi seguenti: « La donna che ha tenuto mio figlio al battesimo, o il cui figlio è stato tenuto da mia moglie, non potrà mai essere mia sposa.
Se una donna ha tenuto il figlio di mia moglie che non è mio, potrà essere mia sposa alla morte di mia moglie ».
1. Dal fatto che l'unione corporale e quella spirituale sono di genere diverso si può concludere che l'una non si identifica con l'altra, non che l'una non può essere causa dell'altra: poiché talora in cose di genere diverso l'una è causa dell'altra, o per se o per accidens.
2. Il padrino e la madrina collaborano solo accidentalmente nella generazione spirituale del comune figlioccio: poiché di per sé uno solo basterebbe.
Perciò non è necessario che nasca tra loro una parentela spirituale che impedisca di contrarre matrimonio tra loro.
Vige infatti l'aforisma: « È regola fissa che per dirsi compadre, l'uno sia carnale e l'altro spirituale ».
Invece nel matrimonio il marito e la moglie diventano una carne sola, parlando di per sé.
Perciò il paragone non regge.
3. Se la moglie non è battezzata, la parentela spirituale non si comunica ad essa poiché ne è incapace, e non perché il matrimonio non basti a trasmettere tale parentela dal marito alla moglie.
4. Nulla impedisce che il marito e la moglie facciano insieme da padrini in un battesimo, poiché i padrini non contraggono fra loro alcuna parentela spirituale.
D'altra parte nulla impedisce che la moglie diventi due volte madre spirituale della medesima persona per cause diverse: come per i legami del sangue può essere simultaneamente affine e consanguinea di una stessa persona.
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