Supplemento alla III parte |
Pare che essa non si comunichi ai figli carnali del padrino.
1. Nella parentela spirituale non si riscontrano gradi.
Invece questi ci sarebbero se essa si comunicasse dal padre al figlio: poiché, come si è visto sopra [ q. 55, a. 1 ], la persona generata « muta grado » di parentela.
Perciò la parentela spirituale non si comunica ai figli carnali del padrino.
2. Il grado di parentela del padre col figlio è pari a quello tra due fratelli.
Se quindi la parentela spirituale passasse dal padre al figlio, dovrebbe passare anche da fratello a fratello.
Il che è falso.
Le autorità citate nel testo delle Sentenze [ 4,42,3s ] dimostrano il contrario.
Il figlio, come scrive Aristotele [ Ethic. 8,12 ], è « qualcosa del padre », ma non viceversa.
Perciò la parentela spirituale passa dal padre al figlio, ma non viceversa.
Ci sono dunque tre tipi di parentela spirituale.
La prima, denominata paternità spirituale, è quella tra il padrino e il suo figlioccio [ a. 2 ].
La seconda, detta compaternità, è quella esistente tra il padrino e i genitori del battezzato [ a. 4 ].
La terza, detta fraternità spirituale, è quella tra il figlioccio e i figli carnali del suo padrino [ Decr. di Graz. 2,30,3, cann. 2,3,5 ].
E ciascuna di esse è un impedimento dirimente del matrimonio.
1. Le persone che derivano mediante successive generazioni carnali determinano gradi diversi rispetto a una data persona nel medesimo genere di parentela, non rispetto a una parentela di genere diverso: come il figlio è parente di primo grado rispetto a suo padre e alla matrigna, però in un altro genere di parentela.
Ora, la parentela spirituale e quella carnale sono di genere diverso.
Perciò il figlioccio non è nel medesimo genere di parentela con il figlio carnale rispetto al padre di lui, mediante il quale ha contratto tale legame.
Quindi non è necessario che la parentela spirituale abbia dei gradi.
2. Un fratello non è qualcosa del fratello, come invece il figlio è « qualcosa del padre ».
La moglie però è qualcosa del marito, con il quale « è divenuta un'unica carne » [ 1 Cor 6,16 ].
E così la parentela spirituale non passa da fratello a fratello, sia che la nascita abbia preceduto, sia che abbia seguito la suddetta parentela spirituale.
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