Giovanni Fonti

Indice

Il servizio militare e gli anni della guerra

Nel 1932, Giovanni fece il militare a Vercelli, alla Caserma Bava, nel Genio Radiotelegrafisti.

Fu poi trasferito agli Alti Comandi di Torino, dove ricopriva il ruolo di dattilografo.

Era una persona che ispirava fiducia e divenne segretario.

Pietro prestava molta attenzione ai racconti del fratello sulla vita militare, perché, di lì a due anni, sarebbe partito anche lui.

Infatti, da recluta, fece tesoro delle esperienze di Giovanni, tanto che il suo caporale un giorno si rivolse alla camerata dicendo: "Guardate come fa Fonti"; si riferiva al modo di tenere la gavetta ed il letto.

Il comandante gen. Favagrossa ( che divenne successivamente ministro della difesa ) era molto severo, ma altrettanto vicino ai militari.

C'era un'estrema pulizia. Si mangiava e si dormiva bene.

Il vetro della finestra serviva da specchio per farsi la barba.

Giovanni m poi richiamato quando l'Italia entrò nella guerra in Africa orientale e prestò servizio prima in Asti, poi in Sardegna, a Cagliari, nel 1935.

Fu in quegli anni che nacque l'amicizia di Giovanni per un compagno d'armi Aurelio Mapelli il quale prese la strada del seminario diventando Salesiano e missionario a Cuenca ( Equador ).

Con padre Mapelli, sino alla morte di questo nel 1991, trattenne una frequente corrispondenza.

Racconta Leonardo Rollino, presidente dell'Unione Catechisti, che durante il secondo conflitto mondiale, Giovanni era Autiere ( automobilista militare ) in servizio presso la caserma "Cavalli" di Corso Vittorio Emanuele II, dove adesso c'è il nuovo Palazzo di Giustizia.

L'8 settembre 1943, in seguito alla disfatta dell'Italia, si trovò libero dal servizio militare.

Ricorda ancora Rollino: « Durante la guerra veniva a trovarmi al borgo S. Paolo in bici: era rischioso, perché con i tedeschi non si poteva circolare liberamente ».

Indice