Congresso Mondiale degli ex-allievi lasalliani |
Nel regolamento del 1925 il Fratello Teodoreto aveva introdotto un esplicito invito alla pratica dei consigli evangelici, che non si concretava ancora nella proposta di formulare voti, ma era pur sempre inteso come aiuto a seguire Gesù Crocifisso più da vicino e con maggiore libertà di cuore.
Non era forse sorta l'Unione per aiutare giovani veramente buoni a condurre una vita "intensamente" cristiana, cioè pienamente secondo Gesù Cristo e per amore di Lui?
Il Fratello Teodoreto non era egli un "laico" e nello stesso tempo un consacrato affinché il conseguimento della perfezione evangelica fosse tutt'uno con la professione di maestro e di educatore cristiano che lavora ad un tempo per il bene della civile società e della Chiesa?
Per altro i progressi spirituali dei Catechisti, il loro impegno nell'apostolato, un sempre più manifesto anelito di progredire secondo la divina volontà - evidente frutto di crescenti attrattive interiori - persuasero il vigile e prudente Fratello a proporre, anche con una norma scritta, quello che in realtà altro non è se non la profonda sostanza del Vangelo, sublime regola di vita per i figli di Dio.
Nel 1925 il nuovo regolamento cui fu tributato il pieno consenso di tutti i soci dell'Unione, venne presentato a S. Ecc. Mons. Giuseppe Gamba, Arcivescovo di Torino.
L'augusto Presule non volle limitarsi a quanto gli si chiedeva e, veramente ispirato dall'alto, nella pienezza del suo sacerdozio e come sollecito pastore della diocesi, invitò il Fratello Teodoreto a scegliere i migliori tra i Catechisti e a proporre loro lo stato votale proprio nella condizione di laici.
Per i tempi l'idea era pressoché nuova e assai ardita e la sua attuazione quanto mai problematica.
Ma il Fratello Teodoreto seppe procedere senza dubbi e perplessità.
In fondo, a questo passo, la Provvidenza non lo aveva da tempo preparato?
Ma le meraviglie preparate dalla divina misericordia non erano ancora finite.
Lo stesso Arcivescovo in persona riuniti i dodici Catechisti che avevano aderito volle loro impartire le prime istruzioni, i primi ammaestramenti circa la pratica nel mondo della castità, povertà e ubbidienza evangeliche, esortandoli infine a perseverare con coraggio, promettendo loro in nome di Dio la santità della vita e una grande fecondità nell'apostolato.
A distanza di tanti anni questi avvenimenti potrebbero anche sembrare come naturali.
In realtà mancavano esperienze specifiche e norme di vita a cui ispirarsi; si rifletta per esempio, sul voto di povertà e su quello di obbedienza praticati nella condizione di secolare, nella propria famiglia, con gli abituali impegni e le responsabilità di un secolare.
La nuova forma di vita sostanzialmente religiosa sembrò a molti come un compromesso e uno strano connubio di sacro e profano.
"O prete, o frate, vestito però, e con vita comune".
L'opinione corrente non si persuadeva della possibilità, anzi della necessità e dell'eccellenza di una terza via come quella che si apriva con il nuovo sviluppo dell'Unione.
Anche tra gli stessi Fratelli ci fu una certa perplessità; ci fu pure qualche polemica e qualcuno disorientato e scoraggiato cessò di collaborare.
La costituzione del gruppo di Catechisti congregati come poteva rappresentare un autentico sviluppo di un'opera di perseveranza e non invece la sua un'attesa trasformazione in una nuova congregazione religiosa?
Come mantenere compresenti l'ideale del Catechista associato che segue la via ordinaria dei fedeli e perciò contrae matrimonio e costituisce la sua famiglia e l'ideale di Catechista congregato che nella sostanza si palesa come un vero e proprio stato religioso?
Il Fratello Teodoreto procedette sollecito e sereno.
Così nel 1926 si ebbero le professioni dei primi Catechisti congregati.
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