Fratel Teodoreto e l'Adorazione al Crocifisso |
La prima creatura "spirituale" generatasi dal grande tronco lasalliano, è l'Istituto Secolare "Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata" dovuto al Fratel Teodoreto, in quella Torino che tanta storia vanta di devozione al Crocifisso e che conserva la Sindone.
Fratel Teodoreto, per la sua intima ed intrinseca compenetrazione dello spirito del Fondatore, S. Giovanni B. de La Salle e del suo Istituto, reincarna la missione del suo Fondatore e noi siamo sorpresi della lasallianità del suo messaggio e delle sue attuazioni, così da vedere in lui e per lui, quasi come un provvidenziale ritorno alle origini della Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
È una prima filiazione dinamica di un corpo religioso che in oltre due secoli di fedeltà raggiunge la continuazione dell'azione apostolica della scuola; non come apporto complementare e sussidiario, ma come azione necessaria che non si limita alla scuola, ma investe tutta la vita di chi è stato "cristianamente educato ed istruito".
Parte dalla scuola ma ne presenta la continuazione educativa e formativa per la vita.
E questo è profondamente lasalliano: "Nella vostra missione dovete unire lo zelo per il bene della Chiesa e quello della Società, del quale i vostri allievi cominciano ad essere membri, e devono diventarlo ogni giorno più perfettamente.
Procurate il bene della Chiesa formando dei vostri allievi dei veri cristiani, rendendoli docili alle verità della fede e agli insegnamenti del Vangelo.
Procurate il bene della Società insegnando le scienze profane, o piuttosto insegnando loro tutto ciò che ha attinenza con il vostro ministero.
Aggiungete però sempre alle conoscenze umane la pietà, senza la quale il vostro lavoro sarebbe poco utile" ( M. 160,2 ).
Fratel Teodoreto non pensa di fondare un nuovo Istituto, pensa di compiere tutt'intero e fino in fondo il suo dovere educativo.
"Il poco di cristianesimo che c'è nel mondo…" notava il de La Salle nel lontano 1684 di una società che amava dirsi "molto cristiana" porta il Santo a preoccuparsi della formazione dei giovani:
"una vita che di cristiano ha poco più che il nome, fatta di mediocrità, di accidia, di acquiescenza al male…" nota Fr. Teodoreto a proposito dei "buoni" lo porta a chiedersi perché slanci anche generosi s'intorpidiscono, ed in pratica risultano sterili.
L'uno e l'altro, il Padre e il figlio, sono sedotti da Cristo; l'uno e l'altro trovano nella pratica austera della penitenza, della rinuncia, del sacrificio, della dedizione completa, nella devozione alla Croce lo strumento d'una "redenzione nuova" che li rende idonei a quell'apostolato che non è costituito né dalla scienza, né dall'eccellenza e dal fascino personale.
Nessuno dei due trascura i dati della "realtà umana" ma nessuno dei due pone il dato umano avanti a quello divino; e questo non a parole, ma sinceramente, concretamente, nei fatti come è nella persuasione.
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